... mia schiena che troppo a lungo avevo trascinato nella rete immensa e nera della mia parola quel popolo moribondo coi suoi ridicoli guizzi di pesce ammucchiato sotto l’ ultima ondata di luce che la sera spingeva alle scogliere della mia fronte 
 ii 
 la città di paralisi col suo gridìo di pollaio coi suoi orgogli impotenti di colonne troncate con le sue cupole tronfie che partoriscono statuette meschine col capriccio dei suoi fumi di sigaretta sopra bastioni puerili offerti ai buffetti 
 scomparve alle nostre spalle danzando al ritmo dei nostri passi veloci 
 davanti a me ancora distante  alcuni chilometri si delineò ad un tratto il manicomio alto sulla groppa di una collina elegante che sembrava trotterellare come un puledro 
 fratelli diss io riposiamoci per l’ ultima volta prima di muovere alla costruzione del gran binario futurista 
 ci coricammo tutti fasciati dall’ immensa follia della via lattea all’ ombra del palazzo dei vivi e subito tacque il fracasso dei grandi martelli quadrati dello spazio e del tempo 
 ma paolo buzzi non poteva dormire poiché il suo corpo spossato sussultava ad ogni istante alle punture delle stelle velenose che ci assalivano da ogni parte 
 fratello 
 ...
Marinetti, Filippo Tommaso (1909)
PROCLAMA FUTURISTA  -   vedi testo