I CREATORI DI ESTETICHE 1. Compito primissimo del genio rinnovatore è quello di creare un’estetica. Fra i creatori di estetiche moderne possiamo contare i pittori Prampolini, Léger, Paladini, Picasso, le case operaie e i grattacieli americani, lo scultore Archipenko, le automobili, le macchine, Ridolini, i costruttivisti russo-scandinavi, il jazz-band. Tutto ciò è tipicamente nuovo e indissolubilmente legato alla nostra epoca. 2. Un’auto, un grattacielo americano sono ponti lanciati arditamente attraverso le vecchie sensibilità barocche. La costruzione architettonica di un’auto (ferro, latta, alluminio, curve atmosferiche, elasticità, dinamismo della costruzione, esteticamente e praticamente), il sali-scendi architettonico di un grattacielo (scomposizione dei piani comuni, massima audacia di equilibrio, prolungamento e utilizzazione dello spazio unicamente verso l’ alto, estremo adattamento dell’ elemento metallico, impiegato come materiale lirico e dinamico di fronte al cemento statico e calcolato) costituiscono le uniche possibilità pratico-estetiche realizzate sino ad oggi. Le realizzazioni dell’invisibile estetico sono pochissime e imperfette. Una macchina e la musica di un jazz-band non hanno ancora il loro equivalente plastico nelle varie creazioni umane; esse, realtà, non rivelando la loro energia spirituale all’artefice contemporaneo (che la ignora) non permettono la creazione adeguata dì un’estetica intuitivamente moderna. Quello che già avvenne in ogni epoca ( presso gli egiziani con la costituzione delle piramide, rivelazione spirituale di un'età; in Giotto e nei quattrocentisti con lo sviluppo volumetrico dei corpi e la negazione della prospettiva, espressione di uno spirito religioso - primitivo rivelato — logicamente — unicamente nello spazio ) non avviene ora, inquantochè l’ architettura continua a essere spaventosamente barocca, la pittura si cristallizza nella formola plastica, la musica corrisponde allo stato d’animo dei primitivi, la scultura ricopia per la milionesima volta il corpo umano (ignorando le infinite geometrie della meccanica ), la poesia infine, ripete ancora come un fonografo troppo vecchio i canti eroici di Omero, ignorando essa pure, le sorprese allucinanti del secolo, proiettate al di là dell'umorismo. L’estetica si forma e si sforma continuamente mai riuscendo a trovare la sua via, che è quella semplicissima ma tonica della trasformazione dell’esteriore pratico non artistico in un esteriore simbolico di carattere artistico. L'artista che ignora le infinite applicazioni pratiche della scienza non sa e non saprà percepire l’arabesco architettonico - pittorico - musicale - lirico generato da questa nel suo cervello creatore, come non ne potrà sentire il bisogno. Quello che Virgilio Marchi diceva in riguardo all’architetto ( ”è architetto l'uomo che sa tutti i misteri dell’attività artistica,, ), noi lo potremo ripetere, passando dall’architetto al creatore in genere e specificando per ” attività estetica “ quel gioco di rapporti e quel lavoro di trasformazione che si svolge nel suo cervello di fronte alla realtà pratica. I più grandi artisti della nostra epoca saranno i creatori di un’estetica. Al pubblico malato di letteratura ammuffita bisognerà contrapporre la creazione pura, astratta, non letteraria, destinata a fissare le basi di un’arte solidamente ambientata. E’ opportuno e necessario anteporre ad ogni attività artistica un rigido periodo di calcolo e di costruzione, prima di lanciare il genio creatore nel libero campo della ricerca. Ponendo questa visuale, ripeto che grandi artisti della nostra epoca rimarranno i creatori di estetiche; che per ora, possiamo contare magnificamente su Prampolini, su Archipenko, su Léger, su Paladini, su Picasso, maestri di estetica. Le costruzioni spaziali di Prampolini sono un modo del tutto originale di intendere l'esattezza meccanica per la creazione dell'arabesco moderno; le scultopitture di Archipenko sono dello vere lezioni di estetica, matematiche, ritmate, armoniosissime; le meccanizzazioni puramente materiali di Léger e Paladini trasformano il canto lirico della macchina in un elemento tecnico di primo ordine, le nature morte di Picasso compongono una serie sensibilissima di tavole didattiche. 3. Esiste un modo del tutto nuovo di valutazione artistica. Attraverso forme non ancora realizzate si scoprono varietà di linee sagome volumi e altezze. Dal grattacielo americano abbiamo imparato il senso preponderante della dimensione "altezza,, dalle acrobazie cinematografiche del genio creatore Ridolini abbiamo appreso il senso dell'infinito, racchiuso tra la valutazione del nulla e il capovolgimento del tutto, accostato simultaneamente alla creazione meccanica inumana, solo superficialmente incapace di produrre un’emozione, fattrice indispensabile dell’opera. Dalla Macchina ci provengono innumerevoli possibilità di costruzione pur scevra del tutto o quasi dai pericoli della deformazione letteraria e emotiva "l’homme modeme vit de plus en plus dan un ordre géométrique preponderan Toute création mécanique et industrielle humaine est dépendante de volontés géométrique.” ( Léger ) Da questa "volontà geometrica meccanica" è sorta la tendenza costruttivista che propugna — secondo la formula sinetica di Ruggero Vasari — ’’l’estrema semplificazione e meccanizzazione del'arte per la ricerca di nuovi mezzi d’epressione per l’arte del domani.” Ma l’arte costruttivista, racchiusa entro buone e indiscutibili formule, pecca di soverchio schematismo nella realizzazione. Quello che gli Italiani e i Francesi hanno saputo concretare è certamente il limite sin dove, per ora, sia permesso spingersi. La formula rimarrà immutata sino all’avvento di nuovi schemi pratici, pur attraverso le varie aberrazioni nordiche: varietà nell’applicazione, per il rinnovamento fatale della arte. GIORGIO CARMELICH