Per una Società di Protezione delle Macchine (MANIFESTO FUTURISTA) I futuristi ed il valore estetico della macchina. Fin dalla fondazione del futurismo, noi abbiamo sempre esaltato la macchina quale massimo valore estetico: « ...... un automobile da corsa è più bello della Vittoria di Samotracia » (primo manifesto del futurismo - febbraio 1900). La poderosa opera di influenza compiuta in meno di un ventennio dal futurismo in tutto il mondo è legata in gran parte all’influenza ed alla esaltazione della macchina {splendore geometrico e meccanico, dinamismo, velocità). I futuristi hanno visto per primi nella macchina oltre che la più meravigliosa conquista utilitaria dell’umanità, anche la sintesi della nuova estetica che cambierà la faccia del mondo mediante una ricostruzione futurista del nostro pianeta interamente geometrica, meccanica, artifìciale, automatica La redenzione dal lavoro manuale. La macchina ha arricchito la nostra vita, la macchina ha moltiplicato la nostra esistenza, la macchina ha distrutto le distanze, la macchina ha aumentato il nostro tenore di vita. La macchina che noi adoriamo con la nostra fede entusiasta di precursori e di artisti mondi da ogni influenza archeologica ci redimerà dalla schiavitù del lavoro manuale ed eliminerà definitivamente la povertà e quindi la lotta di classe. La fabbricazione, la confezione e la presentazione degli alimenti, la demolizione e la ricostruzione delle case, il caricamento ed il trasporto delle merci e degli uomini, la fabbricazione di ogni oggetto necessario o voluttuario saranno compiuti con sorprendente rapidità e facilità da una moltitudine di esseri silenziosi comandati senza fatica da pochi privilegiati. I quali privilegiati avranno ottenuto come speciale concessione di potersi dedicare (a turno e solo a qualche ora al giorno) al piacevole passatempo di guidare le squadre armoniose ed eleganti delle macchine. La macchina è figlia del nostro cervello. Nell’ideare una macchina, anche la più semplice, si seleziona fra tutti i movimenti possibili per compiere un dato lavoro il gesto più preciso e più efficace (esempio il movimento imperfetto di un coltello viene fissato con precisione rettilinea da una piallatrice meccanica). Le imperfezioni primordiali della traslazione quale si trova in natura, sono armonizzate dall’artificio meccanico che ne moltiplica il rendimento (esempio il moto alternativo delle gambe, delle pinne delle ali trasformato dalla ruota, dall’elica marina, dal volo scivolante degli aeroplani). L'indocilità, la debolezza, l’incostanza del mondo animale (uomo incluso) sono rimediate con la potenza concentrata, l’inesorabile precisione, la costanza e la sincerità della macchina. Macchina = Uomo perfezionato e moltiplicato. Una calcolatrice meccanica non sbaglia una somma, l’automobile e l’aeroplano sono instancabili, le dinamo ed i motori perfezionati turbinano per anni consecutivi senza quasi richiedere manutenzione. L’invenzione del telefono automatico che permette di fare venti conversazioni diverse in un quarto d’ora è praticamente più importante dell’invenzione del telefono stesso per il solo fatto di aver eliminato anche quale semplice intermediario l’elemento uomo. La macchina essere vivente. Noi già sentiamo in questi primi esseri della generazione futura, non solo l’innegabile principio di vitalità ma anche un embrione di vita-istinto e di intelligenza meccanica, proiettate in essi dall’ inventore che le creò ma che diventano quasi autonome appena la macchina comincia a muoversi ed operare per conto proprio sia pure sotto la guida ed il freno dell’uomo. Noi abbiamo delle macchine parlanti; abbiamo delle vere macchine ragionanti quali sono le calcolatrici pittorescamente definite: « cervelli d’acciaio»; inoltre la telemeccanica ci consente di dirigere o far volare senza pilota automobili ed aeroplani. In avvenire saranno quindi accoppiati e fusi tutti questi meccanismi e si creeranno macchine che, dopo aver ricevuto istruzioni verbali, si recheranno a compiere determinati lavori con la massima precisione e con lodevole costanza. La sensibilità delle macchine. Molti maneggiatori di macchine o di motori sanno che questi subiscono l’influenza di svariati elementi quali le condizioni atmosferiche o certe ore del giorno, il mutamento d’ambiente o di speciali condizioni di lavoro come ad esempio il cambiamento di mano del manovratore. Vi sono indubbiamente fatti di sensibilità, di suscettibilità e persino di solidarietà fra le macchine. Mi limiterò a citare due tipici esempi che ho constatato nella mia esperienza di aviatore e di automobilista. Nei campi d’avazione si verifica qualche volta che tutti o quasi tutti i motori sono contemporaneamente riluttanti a mettersi in moto o funzionino imperfettamente, e questo indipendentemente dalle condizioni di manutenzione o di temperatura, atmosfera, ecc. Un altro esempio di tale solidarietà fra macchine è dato dal migliore funzionamento che da qualche tempo hanno gli avviamenti elettrici per automobili. E non solo quelli di recente costruzione e quindi più perfezionati ma anche quegli stessi di prima fabbricazione che trovandosi in pochi, timidi ed incerti inizialmente non ne volevano sapere di funzionare obbligando sovente l'automobilista a scendere di macchina per usare la manovella. Difendiamo e proteggiamo le macchine. Tutti i manovratori di macchine riscontrano e riconoscono in esse primordiali sintomi di vitalità, ma sono purtroppo numerosi i bruti che non rispettano il ritmo miracoloso delle macchine e specialmente dei motori. Così non di rado vengono sottoposti senza necessità a manovre ed a condizioni di regime che sono veri maltrattamenti e torture questi esseri che meritano invece la nostra più riconoscente attenzione. I delitti più comuni. Accelerare esageratamente e ripetutamente a vuoto un motore (per esempio d’automobile con marcia non innestata) equivale a frustare un cavallo facendolo scalpitare e trattenendolo con le redini (motore imballato). Uno chauffeur che non riduce sufficientemente il rapporto della « marcia » per compiere una salita è colpevole come chi facesse compiere di corsa la stessa salita ad animali da traino eccessivamente caricati (il motore « batte in testa »). Far marciare una macchina con insufficienza di lubrificazione o d’acqua per il raffreddamento è peggio che tenere un animale senza dargli nutrimento; (se invece alla macchina fate mancare solo il combustibile essa si limiterà a fermarsi, senza guasti e senza sofferenze). Ricordo un caso orribile avvenuto durante la guerra e precisamente nel periodo in cui più improvvisavano i conducenti di automobili. Uno di questi aguzzini delle macchine forse più disgraziato che colpevole, condusse un grosso camion militare da Torino a Brescia sempre usando esclusivamente la prima marcia e fermandosi solo di tanto in tanto per rifornire di acqua il radiatore per lui inesplicabilmente rovente. Le sofferenze e l’inevitabile rovina di quell’eroico motore rimasero invendicate. Tutti gli aviatori, i volantisti ed i macchinisti degni di questi titoli possono comprendere le pene di un motore « imballato » o che « batta in testa » e quanto sia torturante per un motore finire di « gripparsi » per mancanza di lubrificante. Alcuni fra i più dotati di sensibilità già usano intervenire quando si verificano tali sconci e non è raro ad esempio sentire uno chauffeur urlare un collega perchè maltratta un motore, specialmente nel caso (più facilmente avvertibile per il rumore) del così detto imballamento. Ad ogni modo per le ragioni dette sopra a cui se ne aggiungono altre di carattere economico-sociali ed anche estetiche per noi futuristi, io propongo che si costituisca una: Società di protezione delle macchine con lo scopo di tutelare e far rispettare la vita ed il ritmo delle macchine e specialmente dei motori che sono fra le macchine i più socievoli. Tale Società potrà avere funzioni e mezzi analoghi a quelli dell’attuale Società di protezione degli animali, anzi gradualmente si sostituirà ad essa. Infatti la lenta ma continua diminuzione degli animali (cavalli, cani, belve, selvaggina, ecc.) nonché la prossima sostituzione dell’alimentazione artificiale a quella vegetale ed animale porteranno inesorabilmente alla totale sparizione degli animali dalla terra. Sarà questa una caratteristica dell’era della macchina che le nostre fantasie futuriste vedono nella risplendente armonia delle città future sgombrate dalle informi brutture passatiste di pietrame, stucchi e mattoni dalle linee indecise, liberate da tutti i ruderi, ripulite dalle muffe vegetali (alberi e giardini) e dalla promiscuità animale : città futuriste geometrizzate nelle più svariate stilizzazioni architettoniche, cemento armato, acciaio, cristallo, ultralucentezza, dinamismo magico e velocità silenziosa e macchine, macchine, macchine, macchine, macchine. Amiamo le macchine, proteggiamo le macchine. F. Azari.