IL COMPLESSO PLASTICO MOTORUMORISTA 1915-27 Fui preso da un amore febbrile, da un’ansia spasmodica, tormentante, di superare il quadro; per realizzare plasticamente ciò che il quadro rappresentava; cioè volli portare a realtà e potenza archi-tettonica ciò che in passato è stato solamente apparenza pittorica e punto di partenza per la realizzazione plastica. Le ricerche tecniche della pittura contemporanea, il volere ad ogni costo la deformazione prospettica, le torniture, gli spessori, gli ingranaggi meccanici, le curve, le pieghe, le cilindrature dei tronchi, delle membra, delle stoffe, i cieli e i terreni sferici e cubici, gl'interni a scatola, i fili, le aste; questo costruire, serrare, cristallizzare e meccanizzare compatto; questo superamento plastico della pittura, non fanno che darmi ragione. Tali valori formali e pittorici ho voluto costruirli in autentici COMPLESSI PLASTICI COLORATI, non solo, ma andai audacemente oltre, inventando i COMPLESSI PLASTICI COLORATI in movimento. Qui nulla esiste di piatto, di vago, di indefinito: tutto è costruito e rigorosamente concreto. Tempo fa a Milano, in occasione della grande Mostra Futurista al Cova, andai col pittore Ferruccio Ferrazzi a visitare il Museo di storia naturale ai giardini. Nelle sale vi sono immense vetrine contenenti scheletri di animali, di tutte le razze, dalle antidiluviane paurosissime e gigantesche a quelle piccolissime degli uccelli-mosca americani. Ho ammirato un’infinita varietà di strutture ossee d’un’evidenza schematica meravigliosamente complicata nei dettagli ed armoniosamente semplificata nell’insieme. Esaminando le vetrine dei minerali, quelle dei volatili, coleotteri imbalsamati, farfalle e lumache ; osservando tutto questo universo naturale sconfinato, mi sentii dominato dal più vivo interesse per la varietà delle materie, dei ritmi e delle magnifiche strutture. Il colore, il miracolo inesauribile di forme, intrecci piumati, ossei, cristallini; splendori torti e ritorti di zampe-becchi-code ; pesci fioriformi, meraviglie d’incastri di dentature, mosaici di coccodrilli e tartarughe, animali marini a stella, sferici, gobbi o schiacciati ; stupende modellature di sistemi muscolari, ossei, sanguigni, e sezioni del corpo umano e di vari animali con sistemi di vene, gruppi di nervi, cervello, spina dorsale a rosario ecc. ecc. ecc. mi suggerirono e mi ispirarono inesauribili possibilità di composizioni plastiche. ■ Le opinioni estetiche moderne fondamentali, a proposito dell’educazione dell’artista, tendono a valorizzare la sensibilità primitiva e barbara, cioè le manifestazioni costruttive dei bambini, dei primitivi e dei selvaggi. Esse mi interessarono sempre perché fatte con ogni libertà costruttiva, con ogni mezzo che capita loro sottomano. Il bambino costruisce la casetta, il bamboccio, la pagnotta, il ponte, gli argini con la sabbia; si fabbrica un cavallo con la scopa imbrigliata da una corda, se la mette tra le gambe e trotta; si confeziona la colomba, il bastimento, le barche, le freccie con la carta ; tutta la sua forza bambina esplodente, istintiva e creativa la usa costruendo tutto un mondo di oggetti nuovi, caricaturali e personali, vivificati dalla propria fantasia. I singoli elementi componenti queste bizzarre composizioni, sono sproporzionati agli oggetti, animali e paesaggi naturali; hanno coloriture e aspetti irreali, di esseri appartenenti ad un inverosimile mondo a sé; le materie più disparate sono accomunate con disinvoltura ed audacia. I più barbari ed impensati sistemi di connessione vengono praticati; per esempio un orecchio che è di stoffa viene attaccato con un chiodo ad una testa intagliata nel legno ; d’inverno i ragazzi amano foggiare grandi e goffi fantocci di neve, e per fare gli occhi, con istintivo, brutale lirismo plastico, pigliano due grossi pezzi di carbone e li ficcano nel viso di queste statue. Le bambine che si costruiscono bambole di cenci vi cuciono perle false al posto delle pupille; i negri intarsiano nelle loro sculture di legno ovali di smalto o madreperla e coralli rossi al posto delle labbra ; i malesi ancor più brutali vi piantano aculei d’istrice sulla pancia, sulla testa, al mento, al posto dei peli e dei capelli, oppure lunghe alghe al posto della barba. A noi ricercatori moderni queste libertà primitive hanno molto insegnato; e desideriamo che le nostre opere sieno concepite con altrettanta libertà e dinamismo frenetico. Con specchi, stagnole, cartoni, legni dipinti, metalli, stoffe, vetri, ecc. con tutti i più svariati materiali vogliamo creare infinitamente divertendoci, con la più acrobatica disinvoltura. I bambini hanno figli e amanti di stoffa, di celluloide, di gomma, di cera e di maiolica; hanno mobili e suppellettili d’ogni misura, dai mille colori; e si divertono con un mondo rimpicciolito e trasformato; hanno il treno sotto il letto, il bastimento nel lavamano, gli alberi che fruttano bambole, cioccolatini, lampioncini, trombette ; mangiano sorci di cioccolata e canarini di zucchero ; hanno cavalli verdi che belano, cani rossi di stoppa che grugniscono, sorci, asini, gatti automatici, trucchi a sorpresa, serpenti a molla, ecc. hanno un mondo artificiale, ultra-divertente e che godono assaissimo. Anche a noi i nostri divertimenti plastici, ancora più stravaganti più sorprendenti, più divertenti. ■ I maggiori e più significativi artisti d’avanguardia mondiale, hanno esattamente compreso queste possibilità e tendono tutti al superamento del quadro. Il manifesto della mia prima mostra personale a Roma -1915 incominciava così: Il quadro incorniciato, il paesaggio, la figura, la composizione dipinta su di un unico piano, la scultura fatta con materia unica e statica, oggi quale espressione artistica, non soddisfano sufficentemente la nostra sensibilità macchinaria, elettro-veloce, magicamente artificiale ed ultra-rumoristica. Ogni mia attività sarà dedicata alla creazione di questo ESSERE VIVENTE ARTIFICIALE poliespressivo che ho definito : COMPLESSO-PLASTICO-MOTORUMORISTA Tali composizioni vengono costruite con: Meccanismi d’ogni genere, pulegge, manovelle, fil-ferro, ruote, orologerie, apparecchi rumoristi-lumi-nosi, pompe, motorini, tubi, carrucole ed ogni sistema di leve; legno, latta, specchi, vetri colorati; luci ed acque, fumi-suoni-odori, ecc. con l’applicazione d’ogni ritrovato e trucco fisico, chimico, elettrico, ecc. onde far oscillare a ritmo un campanile, apparire e scomparire animali e nubi, aprire e chiudere porte e finestre, occhi e bocche, far agitare i personaggi che abitano l’opera d’arte o provocare albe e tramonti a piacimento dello spettatore. Rendere cioè l’opera d’arte agitata fumante dolorante ruotante ronzante rallegrante parlante urlante odorosa suonante scoppiante appettitosa animata da vita propria, quanto la natura, l’uomo, l’animale, la macchina, e tutto il mondo vivente (coi suoi fenomeni atmosferici e tellurici) dal quale essa fu suggerita. ■ Questa sconvolgente visione artistica, lanciata nel 1915 riconfermata in conferenze ed articoli numerosi, e da me realizzata con diversi esemplari, è la più audace conquista della nostra epoca. F. Depero, Depero Futurista, Dinamo Azari, Milano 1927