Il Teatro Futurista Aeroradiotelevisivo Manifesto futurista dell’ aprile 1931 [pubblicato dalla "Gazzetta del popolo"] Furono prevalentemente teatrali le sensazioni da me provate sul seggiolino dello snello Caproni da turismo che Mario De Bernardi muoveva acrobaticamente nel cielo di Roma a guisa di ruota, colpo di fioretto e pugnalata alla terra Fu teatrale la sensazione di decollare in 60 metri e, subito, come all’alzarsi di un sipario, apparire sospeso in un bagno d’aria pieno di silenziose molle, incerte quanto quelle delle poltrone di un pubblico severo La necessità di perfezione meccanizza gli attori come questa volitiva velocità meccanizza lo spazio irrigidito e il mio corpo di carne metallo e legno compensato Teatrale la sensazione di affacciarsi sovranamente a picco sui prati avviliti e su tanti alberi fogliuti di invidia che le radici inferociscono La critica è rappresentata da un piccolo fiume tortuoso dai cangianti colori d'indifferenza bile e prosopopea Lentissimo Sazio di curve diplomatiche e precauzioni striscianti Di colpo ridivenni pupo in strane fasce metalliche lieto di rivoltarmi nelle braccia affettuose di una balia abbondante sana diafana e di bere a questa o quella mammella latte d’ignoto e fresco pericolo NEL CIRCO DELLO SPAZIO Teatrale mi sentivo nella mia convessa vetrina di mica santo della terra offerto alle nuvole questi volubili spettatori eternamente scontenti Poi con un tipico crescendo drammatico la velocità minima del motore annunciò alla platea infinita che una forza invincibile mi sollevava le gambe su su su! Sorrisi con solidarietà artistica nel pensare che il protagonista, per farmi fare una bella capriola doveva necessariamente farla anche lui dietro di me Massima attenzione sospesa La soluzione del problema o dramma è imprevedibile ho il ventre rivolto all’alto i miei piedi quelli di De Bernardi e le piccole ruote dell’apparecchio cercano ansiosamente le erbe dello Zenit Nel teatralissimo circo dello spazio come un ginnasta sulla sbarra fissa ho i piedi in alto la testa in giù, celeste cercatore di perle benché ossessionato dallo stile del mio ruolo artistico ne scorgo una in fondo laggiù fra gli spettatori o birilli o baraccamenti o giocattoli d’un infanzia ormai abolita Allora giunti alla massima tensione degli sguardi del pubblico sottostante e al sommo della scena capitale o aerocapriola bruscamente De Bernardi la spezza colla maestria d’un grande attore tragico e mi fa piombare, a gambe larghe, tuffando il mio piede destro nella critica biliosa del piccolo fiume e il sinistro nei tondi palchi di pini a ombrello dove certo già rumoreggiano tutti gli uccelli esautorati della campagna romana Per riaccendere la curiosità e l’anima trepidante degli spettatori il motore acutizza una sua rombante ripresa di 200 km in bilico sull’ala sinistra De Bernardi che ora impugna la mia schiena fusa con la sua leva di comando mi gira lento rapido grimaldello nell’immensa toppa elastica del cielo tentando di far scattare la serratura della morte sugli spasimi del pubblico che implora implora in alto la battuta finale E questa viene con la fresca pioggia degli applausi sul nostro atterraggio Nell’uscire dalla carlinga mi svestii come un attore mi tolsi i fili come un fantoccio meccanico ero anche un poeta svuotato del suo lirismo é della sua teatralità UNA NUOVA FORMA ARTISTICA La prima concezione elementare d’un Teatro aereo è dovuta al multiforme ingegno di Fedele Azari, aviatore pilota, pittore e poeta futurista morto due anni fa dopo aver creato la prima aeropittura e con me il Primo Dizionario Aereo. Nel 1918 egli eseguiva infatti i primi voli espressivi e saggi di teatro aereo elementare sul campo di Busto Arsizio. Contemporaneamente egli scriveva e propagandava: «Noi aviatori futuristi creiamo una nuova forma artistica, coll’espressione dei più complessi stati d’animo mediante il volo. È una forma artica simile alla danza, ma ad essa superiore per lo sfondo grandioso, per il suo dinamismo e per le possibilità a cui dà luogo, compiendosi le evoluzioni secondo le tre dimensioni dello spazio. Ho constatato come sia facile per gli spettatori seguire le sfumature di stati d’animo dell’aviatore, data la identificazione tra il pilota e il suo apparecchio. Vi è molta differenza tra aviatore ed aviatore nel modo di volare. Lo stesso aviatore non vola sempre allo stesso modo. Il volo è dunque sempre espressione dello stato d’animo del pilota. Infatti il giro della morte rivela allegrezza, la botte rivela impazienza o irritazione, mentre i passaggi d’ala alternati a destra e a sinistra ripetutamente indicano spensieratezza, e le lunghe discese a foglia morta dànno un senso di nostalgia e di stanchezza. Oli arresti subitanei seguiti; da avvitamenti più o meno prolungati, le impennate, le picchiate, i . rovesciamenti dànno l’immediata comprensione di quanto sente l’aviatore. Se poi tali rappresentazioni sono fatte con più apparecchi si possono svolgere in cielo dialoghi e azioni drammatiche. Chi ha assistito a combattimenti aerei ha potuto rilevare i vari atteggiamenti degli apparecchi combattenti e vagliarne il valore dai balzi delle mosse avvolgenti dai divincolamenti, dalla tattica felina o aggressiva, impulsiva o guardinga. TEATRO POPOLARE Nei nostri voli dialogati, nelle nostre parole in libertà aeree, anche il sesso dei personaggi sarà reso evidente dal tipo dell’apparecchio, dalla voce del motore e dalla linea di volo. In collaborazione col pittore futurista Luigi RussoIo, musicista umorista fisico e chimico, abbiamo realizzato un nuovo tipo di cofano per aumentare la risonanza del motore e un nuovo tipo di scappamento ne regola la sonorità del motore senza modificarne la potenzialità. Ogni aeroplano sarà dipinto e firmato da un pittore futurista. Una parte importantissima avrà il lancio espressivo di polveri colorate e profumanti, coriandoli, razzi, paracadute, fantocci, palloni variopinti, ecc. Sugli spettatori sdraiati, reciteranno gli aeroplani (di giorno) in ambienti colorati aerei formati con fumi diffusi, e di notte comporranno mobili costellazioni artificiali tra le potenti luci dei proiettori. Il Teatro aereo futurista avendo per essenza l’eroismo sarà ima scuola di coraggio. Sarà un teatro popolare poiché (salvo le tribune a pagamento) sarà offerto a milioni di spettatori. Anche il poverissimo avrà il suo teatro. Il teatro aereo, coll’ampiezza dei suoi spettacoli, il concorso delle folle e l’emulazione dei suoi attori stimolerà anche l’aviazione commerciale e l’industria aviatoria» TRAGICITÀ’ CONTINUA L’aeropittore futurista Mino Somenzi, nella Prima Giornata Aerosportiva organizzata da lui a Roma nel novembre 1930, intuì una utilizzazione drammatica della Radio da aggiungere alla concezione di Azari. Io, personalmente. credo utile perfezionare il Teatro Aereo mediante: 1) Speciali altoparlanti montati su automobili camuffati originariamente e trasformandoli dal tragico al comico. Questi altoparlanti, discuteranno e risseranno parteggiando per i diversi aeroplani volanti che reciteranno in cielo. Essi lanceranno da un capo all’altro dell’immenso teatro le puntate di denaro che il loro cerchio di folla giuocatrice farà sulle vicende probabili del dramma aereo. 2) Smisurati pannelli di aeropoesia e schemi per. televisione che, sospesi a speciali aeroplani, si sposteranno per offrire a tutti gli spettatori quella parte di rappresentazione aerea molto alta e quindi poco visibile. 3) Una scenodinamica aerea totale di spostamenti d’apparecchi, rapidi o lenti da quota a quota o da nuvola a nuvola. 4) Una scenodinamica aerea particolare di apparecchio che porta intorno a sé il suo mutevole e personale prodigio di fumi colorati. Cosi perfezionato il Radioteatro Aereo Televisivo ha per caratteri tipici: a) La straordinaria potenza suggestiva di azioni drammatiche che si svolgono sopra sotto, sotto sopra, e in tutte le direzioni. b) Una tragicità continua mantenuta dal costante pericolo di ogni gesto artistico o acrobazia degli apparecchi. Nel teatro aereo ogni bacio è mortale ! c) La massima sorpresa dato che nessun altro teatro può offrire delle entrate o delle uscite di attori a 200 o 300 chilometri all’ora. Avremo gare di velocità tra i sentimenti le idee e gli istinti. Avremo emozionanti campionari di pesi leggerezze elasticità e slanci. Sarà il primo vero Teatro all’aria aperta totalitario leggero e decisamente divertente. F.T. MARINETTI