Manifesto dell’arte sacra futurista Premesso che non fu indispensabile praticare la religione cattolica per creare capolavori di arte sacra, premesso d'altra parte che un’arte senza evoluzione è destinata a morire, il Futurismo, distributore d’energie, pone all'arte sacra il seguente dilemma : o rinunciare a qualsiasi azione esaltatrice sui fedeli o rinnovarsi completamente mediante sintesi, trasfigurazioni, dinamismo di tempo-spazio compenetrati, simultaneità di stati d’animo, splendore geometrico dell’estetica della macchina. indispensabile rinnovamento L’uso della luce elettrica per decorare le chiese col suo fulgore bianco-azzurro superiore in purezza celestiale a quello rosso-giallo carnale lussurioso delle candele, le meravigliose pitture sacre di Gerardo Dottori, primo futurista che rinnovò con originale intensità l’arte sacra, gli affreschi futuristi di Gino Severini nelle chiese svizzere, le molte cattedrali futuriste con un dinamismo di forme in cemento armato, cristallo e acciaio realizzate in Germania e in Svizzera sono i segni di questo indispensabile rinnovamento dell’arte sacra. Infatti: 1) Soltanto gli artisti futuristi, perché ricchi di una immaginazione illimitata, possono dipingere o costruire un Inferno tale da terrorizzare le generazioni che hanno subito eroicamente gli infernali bombardamenti del Carso e sono allenate a una vita meccanizzata più pericolosa delle fiammelle a gas povero dell’inferno tradizionale. 2) Soltanto gli aeropittori futuristi, maestri delle prospettive aeree e abituati a dipingere in volo dall’alto, possono esprimere plasticamente il fascino abissale e le trasparenze beate dell’infinito. Ciò invece non è consentito ai pittori tradizionalisti, tutti più o meno legati dall’ossessionante realismo, tutti ineluttabilmente terrestri e quindi incapaci d’innalzarsi fino ad un’astrazione mistica. 3) Soltanto gli aeropittori futuristi possono far cantare sulla tela la multiforme e veloce vita aerea degli Angeli e l’apparizione dei Santi. 4) Soltanto gli artisti futuristi ansiosi di originalità ad ogni costo e sistematici odiatori del già visto, possono dare al quadro, all’affresco e al complesso plastico la potenza di sorpresa magica necessaria per esprimere i miracoli. 5) Soltanto gli artisti futuristi che da venti anni impongono nell’arte l’arduo problema della simultaneità, possono esprimere chiaramente, con adeguate compenetrazioni di tempo-spazio, i dogmi simultanei del culto cattolico, come la Santa Trinità, l’immacolata Concezione e il Calvario di Dio. 6) Soltanto gli artisti futuristi elettrizzati di ottimismo, colore e fantasia come Balla, Belli, Benedetta, Caviglioni, Cocchia, Corona, Depero, Diulgheroff, Dottori, Duse, Fillìa, Pepe Diaz, Lepore, Munari, Oriani, Mino Bosso, Pozzo, Prampolini, Tato, Thayaht, Zucco, ecc., possono oggi precisare in un’opera d’arte sacra la beatitudine del Paradiso, superando nei nervi dei combattenti cattolici l’infinita gioia paradisiaca della nostra immensa vittoria di Vittorio Veneto. F. T. Marinetti - Fillia (giugno 1931 - torino) "Aeropittura Arte Sacra Futurista", catalogo della mostra, La Spezia, novembre 1932