CONTRO L' ESTEROFILIA Manifesto futurista alle signore e agli intellettuali «Malgrado la forza imperiale del Fascismo, le parole esterofilia, esterofilo, inventate da noi, sono purtroppo ogni giorno più indispensabili. 1) Sono esterofili e quindi colpevoli di antitalianità, i giovani italiani che cadono in un’estasi cretina davanti a tutte le straniere anche ora che la crisi mondiale le impoverisce, se ne innamorano per snobismo e talvolta le sposano assolvendole da ogni difetto (prepotenza, maleducazione, antitalianità o bruttezza) soltanto perchè esse non parlano la lingua italiana e vengono da paesi lontani ignorati o poco conosciuti. 2) Sono esterofili e quindi colpevoli di antitalianità gli interpreti italiani di fama mondiale (artisti del canto, concertisti e direttori d’orchestra) quando si gonfiano fino a dimenticare che l’interprete è il servo utile non necessario del genio creatore. Esempio: l’eccellente e celebre direttore d’orchestra Arturo Toscanini che antepose il suo successo personale al prestigio della sua patria col rinnegare i suoi inni nazionali per delicatezza artistica ed eseguire quelli stranieri per opportunismo. 3) Sono esterofili e quindi colpevoli di antitalianità i direttori d’orchestra e pubblici italiani che organizzano o applaudono concerti all’estero quasi privi di musica italiana. Un elementare patriottismo esige invece almeno una metà di musica italiana moderna o futurista da sostituire nei programmi a quella di Beethoven, Bach, Brahms, ecc..., già godute, penetrate e ammirate da tutti a sazietà. 4) Sono esterofili e quindi colpevoli di antitalianità i pubblici italiani che applaudono invece di fischiare i direttori d’orchestra stranieri quando, maleducatamente, dimenticano la musica italiana nei loro concerti in Italia. 5) Sono esterofili e quindi colpevoli di antitalianità gli industriali italiani che trovano mille pretesti per rifiutare una battaglia decisiva con l’industria estera e sono fieri di vincere gare internazionali con prodotti, macchine o apparecchi non interamente ideati e costruiti in Italia. 6) Sono esterofili e quindi colpevoli di antitalianità gli storici e i critici militari che della nostra grande guerra vittoriosa prediligono gli episodi trascurabili come Caporetto. 7) Sono esterofili e quindi colpevoli di antitalianità i letterati illustri che all’estero denigrano l’intera letteratura italiana (oggi originale, varia e divertente) colla speranza di apparire, ognuno, un genio altissimo in un popolo di mediocri illetterati. 8) Sono esterofili e quindi colpevoli di antitalianità i pittori, gli scultori e gli architetti italiani che, alla maniera di molti novecentisti e di molti razionalisti, preferiscono proclamarsi figli di novatori francesi, spagnuoli, svizzeri come Cézanne, Picasso, Le Corbusier piuttosto che figli di autentici novatori italiani come Boccioni, creatore della nuova plastica e Sant’Elia creatore della nuova architettura. 9) Sono esterofile e quindi antitaliane le assemblee che invece di bollare d’infamia definiscono « leciti peccatucci » le offese scritte e stampate da letterati italiani contro l’Italia, contro il nostro esercito e contro la nostra grande guerra vittoriosa. 10) Sono esterofili e quindi colpevoli di antitalianità gli albergatori e negozianti che trascurano gli efficaci e spicci mezzi a loro disposizione per influenzare italianamente il mondo (uso della lingua italiana negli avvisi, nelle insegne e nelle liste di vivande) dimenticando che gli stranieri, innamorati del paesaggio e del clima d’Italia, possono anche ammirarne e studiarne la lingua. 11) Sono esterofile e quindi colpevoli di antitalianità le signore italiane dell’aristocrazia e dell’alta borghesia che si infatuano degli usi e degli snobismi stranieri. Esempio : lo snobismo americano dell’alcool e la moda del cocktail-party, forse adatti alla razza nord-americana, ma certamente nocivi alla nostra razza. Consideriamo quindi cafona e cretina la signora italiana che partecipa orgogliosamente a un cocktails-party e relativa gara alcoolica. Cretina e cafona la signora italiana che crede più elegante dire: «ho preso quattro cocktails » ; che dire : « ho mangiato un minestrone ». A meno che essa subisca ora la invidiata superiorità finanziaria dello straniero, superiorità ormai distrutta dalla crisi mondiale. Eleganti signore italiane, vi preghiamo di sostituire al cocktail-party dei convegni pomeridiani che potrete chiamare a volontà l’Asti spumante della signora B, il Barbaresco della contessa C, o il Capri bianco della principessa D. In questi convegni sarà premiata la migliore qualità del vino radunatore. E basta con la parola « bar » che va sostituita colle italianissime : «Quisibeve». 12) Sono esterofili e quindi colpevoli di antitalianità, gli italiani e le italiane che salutano romanamente e poi nei negozi domandano sdilinquendosi prodotti esteri con occhiate scettiche e pessimiste ai prodotti italiani. 13) Sono esterofili e colpevoli di antitalianità i pubblici italiani che presi da criticomania fischiano sistematicamente commedie e film italiani favorendo così l’invasione di mediocri commedie e film stranieri. 14) Sono esterofili e quindi colpevoli di antitalianità gli impresari italiani che cercano all’estero maestri di scena e scenografi dimenticando quelli italiani, capaci di insegnare al mondo 15) Sono esterofili e quindi colpevoli di antitalianità le colte signore e i critici d’Italia, il cui cervello fu svecchiato e agilizzato dal Futurismo italiano, e nondimeno lo criticano o trascurano per correre a pescare preziosamente Futurismi stranieri tutti derivanti dal nostro. Antitalianamente essi dimenticano per esempio questa esplicita dichiarazione del poeta futurista inglese Esra Pound ad un giornalista italiano: «Il movimento che io, Eliot Joyce e altri abbiamo iniziato a Londra, non sarebbe stato senza il Futurismo italiano» e questa altrettanto esplicita dichiarazione di Antoine nel Journal di Parigi: «Nelle arti decorative le strade erano da tempo aperte dalla scuola di Marinetti». Altre Nazioni, poco popolose, non criticate né minacciate da nemici esterni, possono, sonnecchiando sotto il ronzio di sedabili complotti rivoluzionari, considerare l’orgoglio nazionale come un oggetto di lusso. La nostra virile fiera dinamica e drammatica penisola, invidiata e minacciata da tutti, pronta a scattare per realizzare il suo immenso destino, deve considerare l’orgoglio nazionale come la sua prima legge di vita. Perciò, noi futuristi, che venti anni fa, in pieno rammollimento parlamentare social-democratico-comunista-clericale gridavamo: « La parola Italia deve dominare sulla parola Libertà! », gridiamo oggi: a) La parola Italia deve dominare sulla parola: genio. b) La parola Italia deve dominare sulla parola: intelligenza. c) La parola Italia deve dominare sulle parole : cultura e statistiche. d) La parola Italia deve dominare sulla parola: verità. Il fuoco della critica sia diretto, se necessario, contro le nazioni straniere, mai contro l’Italia. Indulgenza plenaria nell’arte e nella vita ai veri patrioti, cioè ai fascisti che vibrano di una autentica passione per l’Italia e di un instancabile orgoglio italiano. In quanto ai molti scettici e disfattisti (letterati, artisti, filosofi e filosofessi) che tentano oggi, nell’inquietudine di una pace in bilico, di costruire una loro distratta doppia cupola d’avorio offerta al nemico, noi brutalmente diciamo: Ricordatevi che l’Italia non ha bisogno di vantare il suo passato remoto. La sua grandezza è presente: basata anzitutto sulla potenza creatrice dei suoi poeti e dei suoi artisti. Galileo, Volta, Ferraris, Marconi e il primo volo transatlantico in squadra fascista ideato da Mussolini e guidato da Balbo, le dànno il primato della civiltà meccanica. Questo primato non può certo appartenere ai popoli di quantità « trust standard e sovraproduzione », che non previdero la crisi mondiale e ne muoiono. Ricordatevi sempre questo capolavoro italiano che supera anche la Divina Commedia : « Vittorio Veneto ». In nome di questo capolavoro, simboleggiato dai rottami dell’impero Austro-Ungarico che le nostre blindate dovettero superare sulla strada di Tarvisio, noi, al primo pericolo, fucileremo gli esterofili antitaliani. Scrivo tutto ciò con la serenità di un patriottismo adamantino, io che sono stato applauditissimo all’Estero, ed ho avuto in Italia più fischi che applausi e nondimeno ringrazio ogni giorno le forze cosmiche che mi hanno dato l’alto onore di nascere italiano. » F.T.MARINETTI