VALORI PLASTICI DELLA PLASTICA FUTURISTA Le belle macchine ci hanno circondati, si sono chinate su di noi amorevolmente e noi selvaggi e istintivi scopritori di ogni mistero ci siamo lasciati prendere nel loro bizzarro e frenetico girotondo. Invaghiti, le possedemmo virilmente, voluttuosamente. Oggi sappiamo rivelare al mondo le loro anime profondissime e i loro smisurati cuori in cui spiraleggiano le dinamiche architetture. Bisogna però distinguere tra esteriorità e spirito della macchina. Quando parlammo di bolloni, acciaio, pignoni, ruote dentate, fummo fraintesi. Precisiamo dunque il nostro pensiero: i manifesti e le opere del Futurismo, pubblicati, esposti e commentati in tutto il mondo, hanno spinto molti artisti geniali, italiani, francesi, olandesi, belgi, tedeschi e russi verso l'Arte meccanica. Ma essi quasi sempre si fermarono all'esteriorità della macchina; perciò essi realizzarono soltanto pitture puramente geometriche, aride ed esteriori paragonabili a certi progetti di ingegneria), le quali, pur essendo ritmiche e costruttivamente equilibrate, mancano di interiorità ed hanno più sapore scientifico che contenuto lirico: costruzioni plastiche eseguite con autentici elementi meccanici (viti, ingranaggi, cremagliere, acciai, ecc.) che non entrano nella creazione come materiale espressivo, ma che sono fine esclusivamente a se stessi. Perciò questi artisti caddero spesso nel falso e nel superficiale e realizzarono delle opere interessanti ma inferiori alle macchine, poiché non avevano né la solidità, né l'organicità. L'opera d'arte plastica non risulta più dai segno dell'illusionismo ottico della realtà apparente, ma da determinismo plastico della realtà trascendente. Il nuovo alfabeto plastico che nasce da una tale coscienza spirituale, determina una nuova posizione estetica delle arti plastiche che, abbandonando la concezione del virtuosismo tecnico-formale attribuito all'opera d'arte, si orienta verso una valorizzazione espressiva del dinamismo spirituale. Trasportare l'idea dell'universale spirituale nell'universale plastico, la linea, la forma, la costruzione divengono così una nuova realtà psichica. La fisonomia dell'anima, non è il canto del poeta che esalta la passione inestinguibile di un'anima vissuta o di una bellezza intravista, né l'investigazione psicologica del freudiano psico-analista che vuole vivisezionare il volto dell'anima frantumando l'essenza sintetica, ma l'artista plastico della nuova sensibilità, il costruttore degli spazi spirituali, interprete del nuovo mondo plastico architettonico inesplorato, che ha la potenza introspettiva di rivelare e materializzare nello spazio la metamorfosi fisionomica nell'anima umana. Noi futuristi che esploriamo gli abissi senza fine dell'anima, abbiamo aperto, dinnanzi a gli orizzonti infiniti delle arti plastiche una grande finestra, dalla quale appaiono i nuovi paesaggi spirituali dell'anima cosmica. L'evoluzione estetica delle arti plastiche entra definitivamente in una nuova fase di sviluppo. Dalla esteriorizzazione contemplativa della forma, alla interpretazione plastica introspettiva dell'anima. L'opera d'arte plastica che tuttora si compiaceva di evocare e forgiare le attitudini somatiche che affluiscono alla superficie epidermica dei caratteri e delle realtà apparenti del mondo fisico, inaugura oggi un nuovo ordine estetico e plastico nel quale gli elementi tecnici d'espressione rispondono a una volontà intima di materiare le forze spirituali che si scatenano impotenza nel mondo psichico delle cose. L'evoluzione creatrice di questa nuova interpretazione architettonica del mondo psichico procede per equivalenze. Ogni realtà al di là della sua fisionomia interna, crea nello spazio un clima spirituale plastico. Come il poeta canta la metamorfosi del mondo reale trasportandoci in un'atmosfera di attrazione spirituale attraverso l'immagine lirica, così l'artista creatore nelle nuove architetture spirituali esalta la metamorfosi del mondo reale trasportandoci in un'atmosfera di astrazione spirituale attraverso l'analogia plastica. Analogia plastica, intuizione lirica delle forze plastiche. Arte pura, poliespressiva, che sconfina gli orizzonti del passato per lanciarsi alla conquista delle nuove armonie plastiche dell'avvenire. Nuovo recentissimo apporto alla plastica futurista è l'aereopittura, alla quale siamo pervenuti partendo dalle premesse tecniche del dinamismo plastico di Boccioni (1910), dei miei manifesti sull'Atmosferastruttura (« Noi » 1917) e di altre mie ricerche sull'architettura dello spazio cromatico. Nel nostro manifesto sulla aeropittura abbiamo enunciato nel basi estetiche e tecniche delle nuove possibilità pittoriche dichiarando che ― come espressione estrema ― il quadro aereo pittorico deve essere policentrico. Maestri assoluti dei principi di espansione delle forme, forme nello spazio, di simultaneità di tempo-spazio e di polidimensione prospettica, ritengo che ― per giungere alle vette di una spiritualità extraterrestre ― noi dobbiamo sorpassare la trasfigurazione della realtà apparente per lanciarci verso l'equilibrio assoluto dell'infinito e, in esso, per dare vita alle immagini latenti un mondo nuovo di realtà cosmiche. Gli aspetti della natura, del paesaggio, dell'uomo, condizionati alla macchina, come gli infiniti suggerimenti plastici che questa ci ha dato, non sono sufficienti per creare un nuovo organismo plastico, se questo non si orienta verso la analogia plastica, ossia verso la metamorfosi nel mistero fra la realtà concreta e quella astratta. Le esperienze della pittura futurista hanno apportato una maggiore chiarezza e ricchezza nell'alfabeto plastico: questo è evidente. La esasperazione geometrica ha trovato un nuovo equilibrio nel linearismo geometrico-astratto autonomo della forma; mentre la rarefazione plastica ha trovato un nuovo alimento formale in un indefinito pittorico, ove l'elemento colore-tono e la forma-forza si equilibrano l'un l'altro. Così i risultati tecnici attinti dalla pittura futurista si trovano oggi dinanzi ad un orizzonte nuovo e immenso. I mezzi tecnici di espressione (pennelli, colori, tela e legno) non sono più capaci di seguire la nostra immaginazione: la pittura emigra alla superficie e il quadro dalla cornice: la scultura emigra dal blocco plastico e dei piani ausiliari. Nuovi elementi costruttivi e nuove atmosfere pittoriche aspettano di essere rivelate per esaltare le rarefazioni della stratosfera e per misurare le traiettorie siderali. Vedo nella aereopittura il mezzo per sorpassare le frontiere della realtà terrestre, mentre sorge in noi ― piloti instancabili ― il desiderio di scoprire nuove realtà plastiche di vivere le forze occulte nell'idealismo cosmico. ENRICO PRAMPOLINI Futurismo, a. I., n.5, Roma, 9 ottobre 1932