Contro gli spegnitori di Milano Benché debellata una prima volta dalla volontà precisa del Duce, fa capolino nuovamente a Milano l'insidiosa manovra per abolire gli avvisi luminosi. Si dice che questo assurdo tentativo sia più o meno indirettamente ordito dal Cardinale Suster e dal Conservatore di Musei Modigliani. Lasciando a parte la questione estetica che non può essere in nessun modo di competenza di queste due persone è certo che esse sarebbero soddisfatte di potere con l’abolizione degli avvisi luminosi, offrire agli stranieri lo spettacolo di una Milano finalmente spenta: lugubre simbolo della crisi economica attuale. Il Prelato per ispirare ai fedeli la mistica speranza di un al di là luminoso, il passatista cronico per convertire le veloci generazioni futuriste alla luce verdastra dei musei; gli antifascisti per oscurare la splendente Italia di Mussolini. A noi poeti e artisti, fieri del genio creatore della nostra, razza, il compito di spiegare una volta di più ai passatisti l'estetica meravigliosa degli avvisi economici. Ben lungi dall’abolirli occorre rallegrarne tutte le facciate delle case. Tre anni fa sempre per difendere gi avvisi luminosi di Piazza del Duomo a Milano, io pubblicavo una lettera aperta a S. E. Mussolini (riprodotta da moltissimi giornali italiani ed esteri) la quale conteneva implicitamente gli elementi spirituali di una estetica dell’elettricità. Il valore spirituale e il significato futurista degli avvisi luminosi furono definiti quindici anni fa da noi futuristi. Gli avvisi luminosi sono oggi entrati nella sensibilità artistica di tutti gli abitanti delle grandi capitali. Sono le nostre ardenti preghiere serali al sole perché ritorni presto a riscaldare di vita il mondo. Gli avvisi luminosi sono un sano ottimismo inebriante che si oppone ostinatamente alla disperazione del buio. Gli avvisi luminosi sono i fiori eccitanti, i frutti succosi e i putti danzanti della nuova, estetica futurista del ferro veloce e dell’audace ce mento armato. Gli avvisi luminosi sono l’igienica svalutazione dei crepuscoli malati, della luna nostalgica e delle stelle prodighe di deprimente malinconia. Sono le nostre costellazioni artificiali figlie della nostra implacabile volontà, agili costellazioni a portata di mano per consolarci di quelle irraggiungibili. Gli avvisi luminosi sono i profondi dinamismi scientifici industriali e commerciali della città, arrampicatisi sui tetti per gareggiare coi dinamismi stellari. Belli di una nuovissima ma sicura bellezza gli avvisi luminosi rispondono al più nobile e più tormentoso dei nostri bisogni: quello di subire a metà la morte del sonno e della notte. Gli avvisi luminosi sono i parenti e i libri illustrati degli aviatori. Gli avvisi luminosi sono i parenti gli imitatori e gli innamorati dei fari bianchi che rasoiano gli intrighi barbuti dei porti, dei treni alti che scavalcano le città, dei tunnels, dei fumi di sigarette, dei fumi dei camini, degli altiforni, degli spiralici incendi chiomati di scintille, delle nuvole, degli aeroplani, delle traiettorie di automobili nelle piazze deserte, delle rotaie scintillanti e delle costellazioni. La bellezza degli avvisi luminosi ha per elementi. 1. — l’originalità sorprendente; 2. — la sintesi affascinante; 3. — la gaiezza infantile; 4. — l’illusoria gioielleria effimera; 5. — la velocità della luce che corre disegnando l’orlo della parola o la sagoma della cosa da glorificare; 6. — le pause di buio che interrompono e avvivano la luce creando una musica; 7. — la respirazione colorata e palpitante delle lettere e dei numeri che rinforza e sopravvaluta il linguaggio umano; 8. — la chiara e inequivocabile eloquenza a distanza dei fascisti autentici. F. T. MARINETTI Futurismo, a. II, n.1, Roma, 1 gennaio 1933