Messaggio agli studenti greci Nella bufera artistica di una notte di tempesta tutta elettrizzata di stelle nuove, il Partenone, come un organo invaso da una armata di cicale e di api in rivolta, mormorava: — Studenti greci, uscite dalle mie canne antiche, uscite come una briosa melodia inattesa! Passate presto fra le mie sbarre, io sono il carcere delle inutili saggezze! A quale scopo irrigidirvi, giovani colonne, per sostenere il venerabile vuoto? E' giunto il tempo dei turbini di onde corte che sostengono l’alta cabina di scambio del Dio della velocità —. Dieci giorni fa, appena lasciato il piroscafo, attraverso il Pireo, io non ho udito parlare dell’Acropoli. Mi si decantava il dinamismo spirituale e la penetrazione spiralica dell’intelligenza greca. Mi si decantava la grazia languente e la elegante finezza delle Ateniesi che fanno dei loro salotti centri deliziosamente ardenti di letteratura e di ideologia. Cari studenti greci, confessate che il Partenone è per voi il sontuoso radiatore fuori uso della Grecia, di questa agile e possente automobile dalle ruote chiaro-veggenti e dal motore pieno di carburante. Un radiatore tanto prezioso quanto inutile. Documento raro, senza dubbio. Nulla di meglio, nel suo tempo, per rinfrescare di astrazione i gas impetuosi degli istinti scatenati. Ma come utilizzarlo nel nostro tempo di saggezza automatica istantanea? Se il Partenone è bellissimo ritto sull’Acropoli, conserverà la sua maestosa bellezza agli occhi di un aero-poeta greco in volo a tremila metri? lo preferisco al Partenone la bandiera crociata di bianco e di azzurro della Grecia vivente che garrisce ai suoi piedi all’orlo della sua base granitica. Presto, inalberatelo come un vessillo d’Arte rinnovata sul frontone ricostruito! Ecco gli ordini della vita! Quando, ogni sera, la sublime rocca, ferro e sangue di Delfo, tira a sè lentamente le sue mandre sparse, come lunghe reti grondanti di voci lamentevoli, dai profondi sottoboschi di olivi in pendio e dalle profondità di un immenso paesaggio di montagne che viaggiano fra gli specchi del mare di Corinto, di colpo una simultaneità melodiosa ardente profumata (di menta selvaggia, grida di civette, abbaiamenti belati, verso la prima stella carri, muli, pastori e driling driling sonagli liquidi di capretti che saltano) parla più alto, più chiaro, più tondo, più vasto della voce cavernosa della Pizia tisica e dello appetito fisico... Ieri, nella taverna più pepata e più marina del Pireo sotto 90 enormi minaccienti barili di quel vino resinato, sugo di motore che riassume i promontori e i golfi della Grecia scavalcati dalla agilità scrutatrice di un aeroplano, impregnato di pino e rosmarino, la mia bocca interrogò le viscere del vostro mare di turchese. Le triglie fritte, i calamari guazzanti in una porpora imperiale, le ostriche vive, le aragoste irte di antenne ambiziose si misero a tavola con gli aero-pittori futuristi italiani e i fantasiosi armatori di Cefalonia. Glu-glu poetico di bocche feltrate d’alghe. Un granchio scultore di spugne. Tuffo. Schiuma gazzosa della virtuosità. Toccare il fondo dei problemi. Beatitudine di una immagine di sabbia e di cristallo mobile. L’ebrezza nascente delle voci, i sapori e gli odori parlanti di questo congresso mediterraneo erano interrotti dalla eloquente risacca di un vecchio ufficiale crivellato di ferite medaglie e follie, che lanciava lontano con un gran gesto urlato prospettive di battaglie e di rivoluzioni. Il mare di turchese diceva: Cari studenti greci, con le spalle voltate all’Acropoli, a un tempo stesso sognanti e volitivi, mettetevi al nobile lavoro delle immagini, delle parole, dei suoni, della creta, del cemento e della luce! Bevendo, fumando, e masticando tabacco, uve sintetiche e vini di Samos, fissate sulla tela o sulla carta il riflesso grigio perla di un aeroplano che corre sulla splendida giovinezza del vostro mare ricco di merletti ispiratori! II vostro genio, che sorpassa con un agile salto tutti gli scopi conosciuti della politica, è degno di risolvere le complicazioni dell’Arte Futurista. Uccidete la melanconia e la nostalgia a colpi di originali invenzioni! I vostri grandi uomini politici dichiarano giustamente: — Occorre alla Grecia una neutralità assoluta e una lunga pace laboriosa. — D’accordo! — In cambio, manifestate la più temeraria audacia aggressiva nella poesia e nelle arti. Consacri la Grecia tutte le sue risorse ai suoi poeti e ai suoi artisti creatori. Il Pensiero non deve più servire il Denaro. E’ il Denaro che deve servire il Pensiero. Il prestigio luminoso della Grecia ottenuto mediante una grande Arte greca nuova, ecco un magnifico ideale-dovere fatto apposta per esaltare il vostro infaticabile entusiasmo. Cari studenti greci, nessuna conquista materiale ma tutte le conquiste spirituali! Consacrate almeno tre quarti del vostro tempo a militarizzare la vostra intuizione creatrice. Entrate marcando il passo della fierezza ellenica nei futurconcerti di poesia musica pittura scultura e architettura per realizzarvi presto la grande Arte greca nuova. Non dimenticate che sulla disfatta delle finanze industriali e commerciali del mondo, sulle schermaglie dei debiti e dei disarmi l’aero-poesia e l’aeropittura sole volano in pieno cielo con ritmo continuo. Or dunque, per oltrepassare la vostra abbagliante arte antica voi avete, oltre al grande poeta Costis Palamas porta bandiera della lingua greca rinnovata, due Maestri, due genii da lungo tiro, puntati sul futuro: Parthénis e Tombros! Ammirateli! A essi, a voi il conforto di glorificare la Grecia d’oggi con una grande Arte Greca nuova. E’ questo forse ottimismo artificiale? No! E’ ottimismo naturale! Per vincere occorre una gran forza di cervello e di cuore: l’avete! Cosi per il tramite della mia voce, centinaia di poeti e artisti futuristi italiani vi augurano una meravigliosa Aeropoesia e Aeropittura greca per la gloria della vostra Grecia adorata. F.T.MARINETTI (Questo messaggio futurista fu pubblicato in 1° pagina su tutti i quotidiani greci).