IL MANIFESTO FUTURISTA DEL CAPPELLO ITALIANO La desiderata e indispensabile rivoluzione dell’abbigliamento maschile italiano fu iniziata l'11 settembre 1914 col celebre manifesto firmato dal grande pittore futurista Giacomo Balla: « Il vestito antineutrale ». Questo vestito sintetico, dinamico, agilizzante con parti bianche parti rosse e parti verdi fu indossato dal parolibero futurista Francesco Cangiullo nelle dimostrazioni patriottiche seguite da violente battaglie di piazza e relativi arresti, che i futuristi romani, guidati da Marinetti, scatenarono contro i professori neutralisti nell’università di Roma (11-12 dicembre 1914). Riprendiamo la testa della rivoluzione dell'abbigliamento noi futuristi, sicuri di questa nostra vittoria garantita dall'ormai provata potenza creatrice della nostra razza. Mentre prepariamo il manifesto integrale che sarà firmato da futuristi specialmente incaricati, lanciamo oggi quello particolare del cappello italiano. Il primato mondiale del cappello italiano è stato per molto tempo assoluto. Recentemente, per esterofilia e per mal intesa igiene, molti giovani italiani adottarono l'uso americano e teutonico della testa nuda. La decadenza del cappello, che ne impoverì il mercato e il vario perfezionamento, danneggiò l'estetica maschile amputando le sagome, sostituendo alla parte avulsa la cretinissima selvaggeria delle zazzere più o meno aggressive, più o meno virili e più o meno dotte. I combattenti che superarono in eroismo i romani a Vittorio Veneto, nelle piazze squadriste d'Italia e nella Marcia su Roma, non debbono plagiarne la foggia culturale a distanza di secoli e in un clima certamente mutato. I giovani sportivi italiani vincitori a Los Angeles debbono ancora vincere anche questo vezzo barbaro che deriva da un sentimentalismo storico balordo. Affermando quindi la necessità estetica del cappello : 1. Condanniamo l'uso nordico del nero e delle tinte neutre che danno alle strade delle città di pioggia neve nebbia la fangosa melanconia ferma o precipitante di enormi tronchi pietroni e tartarughe travolti da un torrente marrone. 2. Condanniamo i vari copricapo passatisti che stonano con l'estetica la praticità e la velocità della nostra grande civiltà meccanica, come ad esempio il presuntuoso cilindro che vieta il passo di corsa e calamita i funerali. D'agosto, nelle piazze italiane allagate di abbagliante luce e torrido silenzio, il cappello nero o grigio del passante galleggiano tristi come sterchi. Colore! Occorre colore per gareggiare con il sole d'Italia. 3. Proponiamo la funzionalità futurista del cappello che fino ad oggi servi poco o niente all'uomo e che d'ora innanzi dovrà illuminarlo, segnalarlo, curarlo, difenderlo, velocizzarlo, rallegrarlo, ecc. Creeremo i seguenti tipi di cappello che mediante perfezionamenti estetici igienici e funzionali servano, completino o correggano la linea ideale maschile italiana con accentuazione di varietà, fierezza, slancio dinamico, liricità dovuti alla nuova atmosfera mussoliniana : 1. Cappello veloce. (Per l'uso quotidiano); 2. Cappello notturno. (Per serata).; 3. Cappello sfarzoso. (Per parata); 4. Cappello aero-sportivo; 5. Cappello solare; 6. Cappello piovo; 7. Cappello alpestre; 8. Cappello marino; 9. Cappello difensivo; 10. Cappello poetico; 11. Cappello pubblicitario; 12. Cappello simultaneo; 13. Cappello plastico; 14. Cappello tattile; 15. Cappello luminoso - segnalatore; 16. Fonocappello; 17. Cappello radiotelefonico; 18. Cappello terapeutico (resina, canfora, mentolo, cerchio moderatore di onde cosmiche); 19. Cappello autosalutante (mediante sistema dei raggi infrarossi); 20. Cappello genializzante per i fessi che criticheranno questo manifesto. Saranno confezionati in feltro, velluto, paglia, sughero, metalli leggeri, vetro, celluloide, agglomerati, pelle, spugna, fibra, tubi neon, ecc., separati o combinati. La policromia di questi cappelli darà alle piazze solari il sapore di immense fruttiere e il lusso di immense gioiellerie. Le strade notturne saranno profumate e melodiose luminarie correnti tali da uccidere definitivamente la vetusta nostalgia del chiaro di luna. Sboccerà così l'ideale cappello opera d'arte italiana, insieme rallegrante e polipratico, che intensificando e moltiplicando la bellezza della razza imporrà di nuovo nel mondo una delle più importanti industrie nazionali. Dato che la nostra bella penisola è la mèta dei turisti d'ogni paese, ci vengano pure a visitare a capo scoperto se loro piace, noi li riceveremo con l'abituale gentilezza, ma calcandoci sulla testa il nuovo cappello italiano per dimostrare loro che nulla esiste più di comune fra la servilità dei ciceroni di cento anni fa e la fiera originalità inventiva dei fascisti futuristi d'oggi. F. T. MARINETTI FRANCESCO MONARCHI ENRICO PRAMPOLINI MINO SOMENZI Futurismo, a. II, n.26, Roma, 5 marzo 1933