MANIFESTO DELLA RADIO le grandi tavole parolibere luminose, unica poesia che ha bisogno di essere vista a LA RADIA ABOLISCE: 1. lo spazio o scena necessaria nel teatro, compreso il teatro sintetico futurista (azione svolgentesi su una scena fissa e costante), e nel cinema (azioni svolgentesi su scene rapidissime, variabilissime, simultanee e sempre realiste); 2. il tempo; 3. l’unità d'azione. 4. il personaggio teatrale, 5. il pubblico inteso conte massa, giudice autoeletto, sistematicamente ostile e servile, sempre misoneista, sempre retrogrado. LA RADIA SARÀ : 1. Libertà da ogni punto di contatto con la tradizione letteraria e artistica. Qualsiasi tentativo di riallacciare la Radia alla tradizione è grottesco. 2. Un’Arte nuova che comincia dove cessano il teatro, il cinematografo e la narrazione. 3. Immensificazione dello spazio. Non più visibile né incorniciabile la scena diventa universale e cosmica. 4. Captazione amplificazione e trasfigurazione di vibrazioni emesse da esseri viventi, da spiriti viventi o morti, drammi di stati d'animo rumoristi senza parole. 5. Captazione amplificazione e trasfigurazione di vibrazioni emesse dalla materia. Come oggi ascoltiamo il canto del bosco e del mare domani saremo sedotti dalle vibrazioni di un diamante o di un fiore. 6. Puro organismo di sensazioni radiofoniche. 7. Un’arte senza tempo né spazio, senza ieri e senza domani. La possibilità di captare stazioni trasmittenti poste in diversi fusi orari e la mancanza della luce distruggono le ore, il giorno e la notte. La captazione e l’amplificazione con le valvole termojoniche della luce e delle voci del passato distruggeranno il tempo. 8. Sintesi di infinite azioni simultanee. 9. Arte umana universale e cosmica come voce, con una vera psicologia-spiritualità dei rumori, delle voci e del silenzio. 10. Vita caratteristica di ogni rumore e infinita varietà dì concreto-astratto e fatto-sognato mediante un popolo di rumori. 11. Lotta di rumori e di lontananza diverse, cioè dramma spaziale aggiunto al dramma temporale. 12. Parole in libertà. La parola è andata sviluppandosi come collaboratrice della mimica facciale é del gesto. Scomparendo nella Radia questa collaboratrice occorre la parola sia incaricata di tutta la sua potenza, quindi parola in libertà, diventando parola essenziale e totalitaria, ciò che nella teoria futurista si chiama parola-atmosfera. Le parole in libertà, figlie dell’estetica della macchina, contengono un’orchestra di rumori e di accordi rumori realisti o astratti che soli possono aiutare la parola colorata e plastica nella rappresentazione fulminea di ciò che non si vede. Se non vuole ricorrere alle parole in libertà il radiasta deve esprimersi in quello stile parolibero (derivato dalle nostre parole in libertà) che già circola nei romanzi avanguardisti e nei giornali; quello stile parolibero tipicamente veloce, scattante, sintetico, simultaneo. 13. Parola isolata, ripetizioni di verbi all’infinito. 14. Arte essenziale. 15. Musica gastronomica, amorosa, ginnastica, ecc. 16. Utilizzazione dei rumori, dei suoni, degli accordi armonie simultaneità musicali o rumoristi, dei silenzi, tutti con le loro gradazioni di durezza, di crescendo e di diminuendo che diventeranno degli strani pennelli per dipingere, delimitare e colorare l’infinito buio della radia dando cubicità, rotondità, sfericità, in fondo geometria. 17. Utilizzazione delle interferenze tra stazioni e del sorgere e della evanescenza dei suoni. 18. Delimitazione e costruzione geometrica del silenzio. 19. Utilizzazione delle diverse risuonanze di una voce o di un suono per dare il senso dell’ampiezza del locale dove la voce viene espressa. Caratterizzazione dell’atmosfera silenziosa o semisilenziosa che avvolge e colora una data voce, suono, rumore. 20. Eliminazione del concetto e prestigio di pubblico che ha sempre, anche per il libro, esercitato un’influenza deformante e peggiorante. Questo manifesto è stato ideato e scritto in collaborazione col futurista Pino Masnata poeta campione nazionale 1933-XI. F. T. MARINETTI Futurismo, a. II, n.55, Roma, 1 ottobre 1933