L’ARCHITETTURA FUTURISTA La CITTA' NUOVA diretta da Fillia si propone di esaltare la vittoria dell’architettura futurista sorta con varietà d’ingegni originalissimi nella luce del genio di Antonio Sant’Elia rinnovatore dell’architettura mondiale, con uno splendore geometrico pratico-lirico dei nuovi materiali da costruzioni. La nuova architettura ha già avuto in Italia (dopo i libri e le teorie di Virgilio Marchi, Enrico Prampolini e Alberto Sartoris) realizzazioni sorprendenti. Dopo il Lingotto-Fiat, che è stata la prima «trovata» costruttiva futurista, Fortunato Depero ha creato a Monza nel 1924 il Padiglione Pubblicitario per una Casa Editrice originalmente ispirato dai caratteri tipografici. Nel 1928 Enrico Prampolini realizzò il grande Padiglione Futurista all’esposizione nazionale delle arti decorative con l’invenzione lirica di un cilindro e di una grande scala a scatoloni. Nella stessa esposizione Alberto Sartoris costruì la sede dell’artigianato che fu la prima costruzione nettamente funzionale. La prima Mostra di architettura moderna fu allora organizzata da Fillia, sotto l’Alto Patronato di S. E. Mussolini. Trionfò nel 1931 a Parigi il Padiglione coloniale dell’architetto Guido Fiorini (precisato all’interno con plastiche murali di Enrico Prampolini) che inventò nel 1932 la Tensistruttura, prima architettura assolutamente meccanica, che raggiunge il sogno di Sant’Elia (ripreso da Le Corbusier nel 1919) della « casa futurista simile ad una macchina gigantesca ». L'architetto futurista Angiolo Mazzoni ha realizzato in Italia i primi grandi edifici pubblici nettamente futuristi (« Palazzo delle Poste e stazione di Littoria»; « Colonia di Calambrone », ecc. ecc.) dove il razionalismo è superato da una genialità di forme nuove insieme utili e belle. Gli autori dei primi due volumi italiani sull’architettura nuova sono i futuristi Fillia e Alberto Sartoris. Si pubblicano in Italia due bellissimi giornali di architettura futurista : « La Città Nuova » e « Sant’Elia ». Alla Triennale di Milano il trionfo dei futuristi fu indiscutibile. Aleggiava su tutta la Mostra il genio immortale di Sant’Elia e dominava su tutti i Padiglioni l'aeroporto civile creato da Enrico Prampolini. Alla Spezia e a Lerici sono in esecuzione i progetti tipicamente futuristi dell’architetto Manlio Costa. A Torino e ad Albissola le ville futuriste dell’architetto Diulgheroff e gli ambienti di N. Diulgheroff, Pippo Oriani e Minorosso rivelano genialità e praticità. S’innalza ora l'architettura tipicamente futurista della Nuova Stazione di Firenze dovuta al « gruppo toscano », premiata e imposta da me e dai miei amici Piacentini e Romanelli. In queste opere diversissime e tutte marcate d’italianità si dà vita a questi principi di Antonio Sant’Elia: 1) una distruzione del decorativismo di stile sovrapposti. 2) una rispondenza perfetta tra esterno e interno, scopo e forma, comodità igienica e forma, paesaggio-clima e forma-proporzioni. 3) un’assimmetria equilibrata da un’armonia di piante e di masse. 4) un’utilizzazione completa dei nuovi materiali costruttivi e relative nuove possibilità. II concetto razionalista non imprigiona però Sant’Elia e ancora meno gli architetti futuristi d’oggi. L’uomo uscendo dalla propria casa razionalmente costruita, non deve trovare nella città (sua seconda casa una simmetrica monotonia in bianco-nero funerea e deprimente. Occorre perciò all’architettura, oltre i valori precedenti, anche: 1) una sintesi dinamica di forma. 2) un dinamismo del colore considerato non come elemento decorativo ma come forza architettonica. 3) un’audacia eccentrica di tettoie, ballatoi, balconi, fasci d’ascensori esterni, terrazze, torri, ottenuta mediante i nuovi materiali da costruzione. 4) una sorpresa di trovate e problemi tecnici risolti con l’originalità del non mai visto che prima sconcerta, poi sicuramente piace. 5) un lirismo ascensionale, aeroplanico, espansivo, rallegrante, eccitante, ottimista, che è indispensabile in tutte le nuove costruzioni dell’uomo, in armonia con le plastriche murali di Prampolini, Depero, Fillia, Dottori, Benedetta, Tato, Oriani, Minorosso, Pozzo, ecc. ecc. F.T.MARINETTI