ARCHITETTURA E PLASTICA MURALE L'Italia ha già importanti realizzazioni di nuova architettura: nessuno può mettere in dubbio questo rinnovamento. Ma il trionfo di un'edilizia moderna riporta in primo piano un problema non indifferente: quello della pittura nella casa. Ed è un problema urgente perché vi sono non pochi segni in Italia della minima preparazione in materia di molti architetti e decoratori. Botteghe e alloggi bellissimi, raggiunti come ideazione e disposizione di mobili, in armonia con le luci e con le tinteggiature, sono colpiti a morte nel loro equilibrio moderno da pitture quasi sempre neoclassiche. E' un pericolo grave, perchè in una casa la pittura è la finestra aperta sui paesaggi dello spirito. Un architetto intelligente che sappia dare a un quadro o ad un affresco un adattamento "costruttivo" (che si leghi cioè all'ambiente e ne diventi il centro ideale) deve essere attento a non guastare la sua opera con una pittura che richiederebbe gli archi e le colonne. Si ammette la rivoluzione decisiva della edilizia per l’apporto dei nuovi materiali e dei nuovi mezzi tecnici. E si ammette che questa necessità crea oggi, come avvenne in tutte le altre epoche, un suo stile e una sua bellezza. Perchè allora la pittura non dovrebbe essere coerente con questa rivoluzione? In tutti i periodi più significativi il rapporto tra l’edificio e l'arte è stato chiaro: le architetture gotiche o quelle barocche avevano una loro scultura e una loro pittura. Perchè si dovrebbero oggi ammettere in una casa razionale dei quadri ispirati ad esempio al « quattrocento » mentre nessuno oserebbe difendere un'architettura ispirata a quella stessa epoca? L'architettura è direttamente legata all'industria. ai prodotti, alla scienza, cioè alla vita. Deve avere perciò il suo completamento "costruttivo" (la parola «decorazione » è oggi troppo compromessa e genera confusione) in una pittura e in una scultura rispondenti alla stessa sensibilità. I migliori architetti hanno già indicati questi pericoli di un'arte in contrasto con l’estetica della casa. E' utile perciò precisare che: 1) la nuova architettura richiede una pittura che non sia unicamente ornamentale, cioè motivi di forma e di colore in armonia con l'ambiente, perchè la nuova architettura ha i suoi valori ornamentali nei materiali stessi che la compongono, nello splendore geometrico delle sue linee. 2) la nuova architettura non può accogliere dei quadri della cosidetta «arte pura», cioè lontana dalla vita intensa e appassionante del presente, perchè inadatti a dare emozione e gioia agli uomini d'oggi. 3) la nuova architettura vuole una pittura che sia la sintesi della modernità, che contenga le forze e le bellezze di tutta l’organizzazione civile. Una pittura che riveli alla nostra sensibilità le profondità e i misteri della nostra epoca, creando le immagini plastiche del nostro tempo. 4) la nuova architettura vuole, in una parola, il «Soggetto». Tutta l’arte priva di soggetto direttamente ispirato alla realtà dell'epoca, è inadatta alla casa moderna. Se un tempo il soggetto storico, la nostalgia del passato e il ricordo hanno potuto produrre delle opere d’arte, ciò era dovuto alla umanità di allora che poteva anche illudersi di poter rivivere quei fatti eroici o sentimentali. Oggi sarebbe un pazzo chi sognasse di poter ancora partecipare ad avvenimenti della storia o della mitologia. La realtà ha superato tutte queste fantasie, ha aperto al nostro sogno altri immensi orizzonti. Ha fatto spostare lo sguardo dell'uomo dall’ammirazione per il passato all’ammirazione per l'avvenire. Le uniche opere di genere storico sono quelle vissute dalla nostra stessa generazione o da quella immediatamente precedente, ma non rappresentano fatti « definitivi e conclusi » bensì slanci in avanti, vittorie conseguite per preparare un più grande domani. Sono opere storiche cariche di futuro. Ecco perchè l'insegnamento della « Mostra della Rivoluzione Fascista » dovrebbe convincere tutti gli architetti moderni. Il soggetto ha generato una tale atmosfera di drammaticità e uno stile novatore che la dimostrazione non ha bisogno di commenti. Ogni casa deve avere la sua atmosfera prodotta dell'intelligente collaborazione con l'artista o dal giusto adattamento di pitture che interpretino i valori del nostro secolo. Specialmente gli « edifici pubblici » le sedi di organizzazioni politiche o sindacali sono sensibili a questa necessità. Purtroppo, nella maggioranza dei casi, si entra, ad esempio, in una Federazione industriale e si ha la sensazione di essere in una chiesa o in un museo: freddezza e indifferenza alla funzione dell'ambiente. Oppure, quando vi sono pitture a soggetto, domina la più vecchia e buffa rettorica. Per la diretta possibilità educativa e per la più alta possibilità estetica, questi locali dovrebbero essere all'avanguardia del rinnovato spirito politico e artistico. RAGIONE D’ESSERE DELLA PLASTICA MURALE Ritengo utile precisare e illustrare alcuni punti già indicati nelle note precedenti: 1) affermando che nell'architettura interna l’ornamento è dato dai materiali stessi, escludo ogni apporto freddo o inadatto. Cosi pure, dichiarandomi contro ogni pittura « pura », non mi si può accusare di difendere qualche cosa di statico. Io sono il primo ad ammettere che una quantità di ambienti privali e pubblici sono belli in sè stessi con lo splendore delle loro pareti nude o in movimento e con i loro mobili in metallo. La velocità delle nostra intuizione e la nostra modificata sensibilità ripudiano le antiche fonti di emozione: ho in altra occasione scritto che la bellezza dell’esterno di una casa è meno importante della bellezza di tutta una città, perchè questa è più direttamente a contatto con la nostra complessa vita moderna. Stimando perciò esatta l’affermazione che Sant'Elia aveva espresse fin dall'anteguerra che la casa deve sembrare ad una macchina gigantesca, non potrei pensare a degli interni « stridenti con questo dominante senso meccanico ». Ma come la macchina ha differenti leggi di stile, cosi l'interno di una casa può avere infinite soluzioni dipendenti da varie necessità: la pittura è costruttivamente unita a molte di queste necessità. 2) la maggioranza degli architetti nordici (ma non tutti e non sempre i migliori) eliminano la pittura dalle loro case. Questo si comprende per la tradizione e l’educazione « protestante » di quei popoli. Ma in Italia, in Francia e in molti altri Stati la situazione è ben diversa : sino a quando vi saranno dei cattolici, la pittura e la scultura saranno « indispensabili » perchè l’immagine fa parte intima del culto. E' un bisogno, non solo della religione, ma della razza stessa. Tutti sono d'accordo per difendere il rinnovamento delle chiese ma non potrà mai essere costruita una chiesa moderna senza un'arte che renda l'interno adatto al culto. La stessa cosa vale per le camere da letto nelle abitazioni private di credenti cattolici, dove una pittura sacra è assolutamente richiesta. Mancherebbe allo scopo, secondo il mio parere, un quadro di altra epoca, mentre un quadro sacro di artista novatore interpreta, con forme ineleggibili allo stato d’animo attuale, le immagini della fede. La chiesa cattolica non ha mai fatto questioni di stile. 3) in molli edifici pubblici la parete liscia e la luce diffusa sono indicatissime. Sarebbe errato qualsiasi altro ornamento. Ma altri edifici pubblici o per diretta funzione educativa (scuole, case di Balilla) o per propaganda e ragione spirituale (Palazzi delle Poste, Stazioni, Federazioni, ecc.) richiedono qualche cosa di più del semplice mobile e della semplice vernice. E qui entra in campo quanto sostenevo prima : l’importanza del soggetto. E quando questo soggetto esprime non delle accademiche nostalgie tradizionali, ma delle forze cariche di futuro, non verrà mai a noia, Nessuna idealità nella quale si crede e che ancora è da realizzare può diventare monotona. Scrivo ciò perchè molti credono che la pittura finisca per stancare, sempre uguale sulla stessa parete. E' questione di saperla disporre: si guardi infatti la Mostra della Rivoluzione Fascista e sì pensi cosa sarebbe se tutti i documenti in essa contenuti fossero allineati come nelle vetrine di un museo: è invece la collaborazione tra architettura e pittura che le dà quel calore necessario a creare la grandiosità, la drammaticità e l’eroismo che in essa si ammirano. 4) nello stesso mio ordine d'idee sono gli architetti più noti d'Europa: da Le Corbusier che, se esclude la pittura da un palazzo per uffici, accetta per le sue ville parigine i quadri di Leger — a Mallet Stevens che inquadra in tutte le sue costruzioni i bassorilievi dì Martel. Pitture di Baumeister e di altri sono nelle migliori case tedesche, pubbliche e private. Alberto Sartoris, tra gli Italiani, è stato il primo a riconoscere non solo l'importanza ma l'influenza delle pitture futuriste e cubiste sulla nuova architettura: si legga il suo volume « l'architettura funzionale » edito da Hoepli. 5) non intendo per pittura (a soggetto sacro o politico, o esaltante le vita meccanica), la dipendenza a qualsiasi tecnica. Prampolini e Baumeister hanno fatto sempre della pittura murale in rilievo. Si sono usati procedimenti speciali facendo collaborare materiali diversi (metalli, legni, vetri, conglomerati). Affresco o mosaico, "silexore" o composizione, intendo per pittura murale la sintesi dei valori spirituali che il solo movimento architettonico delle masse e degli oggetti non può raggiungere 6) nelle Fiere, nelle Esposizioni, nelle anticamere e nelle sale del Consiglio di molti Enti, i grafici delle statistiche, se fatti da artisti d'ingegno, sono pitture murali tutt'altro che annoianti, palpitano invece di appassionante realtà nel ritmo della nuova vita nazionale. Nelle case e negli ambienti pubblici i "soggetti fascisti" hanno valore emotivo senza dubbio superiore a quello procurato da un semplice arredamento. I quadri "astratti" cioè non illustrativi e non rettorici, sono ricchi di misteri e di profondità spirituali che nessuna parete liscia può avere. L'arredamento e la pittura sono due forze ben distinte ma che devono essere usate come elementi costruttivi per la perfetta realizzazione di un ambiente. Questa difesa della pittura murale si deve perciò intendere per quegli edifici dove la funzione dell’abitabilità non è tutto. E si deve sempre intendere, non come sovrapposta all’architettura, ma usata in senso "costruttivo" a completamento del luogo. Il razionalismo è un punto di passaggio e il suo sviluppo non può essere in alcun ritorno o in alcuna rinuncia, ma nella formazione di un gusto o di un’estetica dove hanno la possibilità di collaborare tutte le arti purché assolutamente in armonia con la nostra epoca. FILLIA