UN MANIFESTO FUTURISTA SULLA POESIA SOTTOMARINA Pubblichiamo con piacere il seguènte manifesto futurista sulla poesia sottomarina lanciata dal poeta Geppo Tedeschi: Paroliberi vi esorto a decantare a colpi di genio novatore e orgoglio italiano i guizzanti colori blu fondo delle zostere le gradinate spavalde di pesci i polipi aggressivi — immensi ragni della tempesta — gli angelici terremotati accordi dei siluri i navigli dormienti con le braccia in croce a fianco dei coralli e delle perle i cavi urgenti carichi di parole in libertà. Scaturirà così da questo svariatissimo popolo subacqueo dove tutto si immensifica e vibra di sempre nuove energie la febbrile poesia sottomarina per la quale si deve 1) - Esaltare senza ritegno l'azzurro fascino dell'elemento acqua prodigo e allegregiante come sangue di Bacco 2) - Festonare coraggiosamente d'accordi onomatopeici il verbo che se usato all’infinito come nell'aeropoesia e pattugliato da una violenta scarica di analogie essenziali prodigherà alle immagini sciacquanti nel tinozzo-cervello del poeta spumose agilità di delfini 3) - Far vibrare sfarzosamente il sostantivo il quale se sarà movimentato con gusto futurista darà al verso il lirismo continuo dell'onda su la spiaggia 4) - Sonorizzare ogni ricreante scorcio e passare da uno stato di quiete ad uno stato di moto con brusche avanzate di slancio rivoluzionario 5) - Distruggere con scetticismo gelato il pensiero della morte svincolandosi definitivamente dal ritmo locale terrestre che mitiga assopisce l'abbagliate flusso della vita cosmica 6) - Seguire la velocità del tempo per conferire alla sintesi continuità di eterna giovinezza 7) - Combattere eroicamente le carovane allarmanti di aggettivi (da noi aboliti 30 anni fa) avvoltoi che piombano sul periodo quando questo viene colto da sfinimento 8) - Soffocare in tempo i conflitti che potranno nascere tra l'ispirazione e l'io 9) - Addentrarsi ieraticamente nel mondo degli squilibri e del rabdomantlsmo 10) - Ordinare al punto — che sarà usato solamente in momenti di vero bisogno — la lievità di una boa d'attraccaggio La nostra poesia sottomarina trasfonderà così nei nostri pubblici e alla Radio tutte le geniali bellezze del mare. GEPPO TEDESCHI Gazzetta di Messina, 1 febbraio 1938