DINAMISMO PLASTICO Il dinamismo plastico è l'azione simultanea del moto caratteristico particolare all'oggetto (moto assoluto), con le trasformazioni che l'oggetto subisce nei suoi spostamenti in relazione all'ambiente mobile o immobile (moto relativo). Dunque non è vero che la sola decomposizione delle forme di un oggetto sia dinamismo. Certamente la decomposizione e la deformazione hanno in sé un valore di moto in quanto rompono la continuità della linea, spezzano il ritmo silhouette istico e aumentano gli scontri e le indicazioni le possibilità e le direzioni delle forme. Ma questo non è ancora il dinamismo plastico futurista, come non lo è ancora la traiettoria, il dondolio a pendolo, lo spostamento da un punto A a un punto B. Dinamismo è la concezione lirica delle forme interpretate nell'infinito manifestarsi della loro relatività tra moto assoluto e moto relativo, tra ambiente e oggetto fino a formare l'apparizione di un tutto: ambiente + oggetto. È la creazione di una nuova forma che dia la relatività tra peso ed espansione. Tra moto di rotazione e moto di rivoluzione, insomma, è la vita stessa afferrata nella forma che la vita crea nel suo infinito succedersi (Canti gutturali. Trombette). Questo succedersi, mi sembra ormai chiaro, non lo afferriamo con la ripetizione di gambe, di braccia, di figure come molti hanno stupidamente creduto, ma vi giungiamo con la ricerca intuitiva della forma unica che dia la continuità nello spazio. Essa è la forma-tipo che fa vivere l'oggetto nell'universale. Dunque all'antichissimo concetto di divisione netta dei corpi; al più moderno concetto impressionista di suddivisione o ripetizione o di abbozzo delle immagini, noi sostituiamo a tutto ciò il concetto della continuità dinamica come forma unica. E non a caso dico forma e non linea perché la forma dinamica è una specie quarta dimensione, in pittura e scultura, che non può vivere perfetta senza l'affermazione completa delle tre dimensioni che determinano il volume: altezza, larghezza, profondità. (Grida: basta! non è vero! proiettili). Per la scultura abbiamo pensato di rompere l'unità della materia in parecchie materie, ognuna delle quali servisse a caratterizzare, con la sua diversità naturale, una diversità di peso e di espansione dei volumi molecolari, per ottenere con ciò un primo elemento dinamico. (Grida di pazzo, matto, ecc.). La ricerca della forma sul vero ha sempre allontanato la scultura e la pittura dalla loro origine: l'architettura ― L'architettura è per la scultura quello che per la pittura è la composizione e infatti la mancanza di architettura è uno dei caratteri negativi della scultura impressionista. D'altronde lo studio pre-impressionistico della forma conduce fatalmente a forme morte e quindi all'immobilità: questa immobilità è uno dei caratteri principali della scultura cubista. Tra la forma reale e la forma ideale, tra la forma nuova (impressionista) e la forma tradizionale (greca) noi abbiamo trovato una forma variabile, evolutiva, diversa da qualsiasi concetto di forma fino ad ora esistito. Noi futuristi abbiamo scoperto la forma in moto e il moto della forma. Solo con questa concezione della forma si può dare l'attimo di vita plastica nel suo manifestarsi senza estrarlo e trasportarlo fuori del suo ambiente vitale cioè senza arrestarlo nel suo moto. (Cori becereschi. Carote). Quindi in scultura noi cerchiamo non già la forma pura ma il ritmo plastico puro, non la costruzione di corpi ma la costruzione dell'azione dei corpi. Noi abbiamo abolita l'architettura piramidale per dare un architettura spiralica. Un corpo in moto perciò non è un corpo fermo e poi resto in movimento, ma è un corpo veramente mobile cioè una realtà vivente assolutamente nuova e originale. Col dinamismo, adunque, l'arte sale ad un piano ideale superiore, crea uno stile, esprime la nostra epoca di velocità e simultaneità. Quando ci vengono a dire che nel mondo vi sono dei modi ma anche dei riposi e che non tutto corre con velocità, noi rispondiamo che la nuova pittura è la concezione che domina il visivo, il quale non scorge che il frammentario e perciò suddivide. Quindi il Dinamismo è una legge generale di simultaneità e di compenetrazione che domina tutto ciò che nel movimento è apparenza, eccezione o sfumatura. Del resto noi ci siamo chiamati i "primitivi di una nuova sensibilità completamente trasformata". Questo ammetteva implicitamente una chiarissima visione delle nostre possibilità creative. Dovendo tutto ricreare, noi futuristi siamo costretti a fare uno sforzo maggiore di quelli di tutti i rivoluzionari finora apparsi nell'arte. Per la prima volta con noi futuristi è apparsa nell'arte plastica la simultaneità scultorea analoga alla simultaneità pittorica. La costruzione architettonica a spirale crea davanti allo spettatore una continuità che gli permette di seguire attraverso la forma forza che scaturisce dalla forma reale, una nuova forma che determina gli oggetti nel loro moto. Con questo abbiamo potuto affermare che la forma forza esprime la potenzialità della forma viva! Con questo un'insieme scultoreo si svolge nello spazio dato dalla profondità del volume mostrando lo spessore di qualsiasi profilo e non tanti profili immobili come nelle statue tradizionali. (charivari completo) Mi sembra che quanto affermo non sia un'astrazione pazzesca, come hanno creduto tutti coloro che hanno sorriso stupidamente sulle nostre ricerche. Anzi è la statica degli antichi un'astrazione contro natura, una violentazione, un distacco una concezione fuori della legge di unità nel moto universale. Noi non siamo quindi CONTRO-NATURA, come credono gl'innocenti ritardatari del verismo e del naturalismo, ma CONTRO-ARTE, cioè contro la statica che da secoli ha sempre dominato salvo rarissimi tentativi che riscontriamo nelle ore più calde e nelle epoche più vive. Nella realtà il gesso statico della Grecia e dell'Egitto è ben più arbitrario della nostra continuità dinamica. Non bisogna mai dimenticare che noi seguiamo una tappa del processo di compenetrazione, di simultaneità, diffusione che l'umanità opera attraverso la velocità da migliaia di anni. (In mezzo ad urla selvagge un idiota interrompe l'oratore gridando: ma ci spieghi cosa vuol dire.... Boccioni di rimando: Non potrò mai spiegarlo la sua imbecillità!... Applausi vivissimi, urla, insulti. Una pioggia di fagioli bianchi copre l'oratore sempre impassibile). Di conseguenza anche in scultura per mezzo della compenetrazione di piani noi facciamo vivere la figura nel suo ambiente senza renderla schiava di luci artificiali o fisse o di piani di appoggio. Tali procedimenti distruggerebbero la legge architettonica e dovrebbero ricorrere troppo all'aiuto della pittura secondo l'errore fondamentale della scultura impressionista. Bisogna quindi inalzare la concezione dell'oggetto ad una risultante plastica: di oggetto più ambiente. Si avrà così il prolungamento di un corpo nel raggio di luce che lo colpisce unendo insieme blocchi atmosferici ad elementi di realtà più concreti. Esortiamo i giovani a dimenticare completamente la figura chiusa nella linea tradizionale risultato di cultura e gli accademia, di tradizione!... La scultura futurista darà invece la figura come centro di direzioni plastiche nello spazio. (Bum! bum! fischi assordanti!). Bisogna liberarsi da tutte le vecchie formule!... Bisogna distruggere quanto c'è in noi ancora di statico, di silenzioso, di passatista ! Non mi stancherò mai di ripeterlo: non vi è più pittura che nel dinamismo plastico! (non è vero! fischi patate.... carote....). Il dinamismo in pittura e in scultura è dunque un concetto evolutivo della realtà plastica. È l'esponente di una sensibilità che va concependo il mondo come un succedersi infinito di una varietà in evoluzione, che è la vita stessa, noi futuristi abbiamo potuto creare la forma tipo, la forma delle forme, la continuità. (Applausi da molti gruppi di giovani artisti, tempesta di urla e gli insulti). Umberto Boccioni Lacerba, a. I., n.24, 15 dicembre, Firenze 1913