DONO PRIMAVERILE INTRODUZIONE - MANIFESTO AL NUOVO POEMA DRAMMATICO PER LA MUSICA di PRATELLA Il Titolo. — Dono, perchè con esso io dono e cosi alla cieca come dona la fortuna. Nè mi toglierò mai la benda dagli occhi per vedere a chi sia toccata la grazia. L’ uomo degno trova tesori ovunque posi lo sguardo. Primaverile, perchè della primavera possiede le freschezza, la verginità e l’ingenuità. E perchè è nato in una fatale ed impetuosa primavera della carne e dello spirito degli uomini. Divino trastullo umano per la felicità e per la serena gioia di divini fanciulli umani. Che cos' è. — Non un melodramma e neppure un dramma in prosa o in versi. Un’ opera per il teatro, si. Stati d’anima musicali, coreografici, mimici, verbali e dramatici espressi in un complesso poematico e sintetico per la scena rappresentativa. Ma contro il vecchio principio wagneriano — che ancora influisce potentemente sulle opere teatrali dei moderni e dei modernissimi — per cui il melodrama risulta dalla fusione o dall’ esprimersi simultaneo e parallelo di diverse arti. Fusione e complementarismo nelle arti. — Due arti non si possono fondere assieme, senza grave danno di una di esse : della meno importante io direi, nell’ intenzione e nella facoltà creativa dell’artista. Se di pari potenza, si distruggeranno a vicenda. Due arti si possono in cambio accoppiare, purché l’ una di esse assuma un valore principale e l' altra un valore complementare. Cosi, nel vecchio melodrama, la scena, le sue luci ed i suoi colori non sono — come credeva Wagner — pittura, ma semplicemente complementarismo di alcuni elementi pittorici oggettivi od anche astratti. E complementarismo rimarranno, fintantoché la loro funzione espressiva non si renderà indipendente dai valori di rappresentazione (oggettivismo) od al massimo di rievocazione simbolica (relazione astratta di toni) — per es : rievocare il rosso, per una scena lussuriosa o tragica; rievocare l' azzurro, per una scena di purità, etc... Stato d’animo colorico; si, ma non pittura; arte a sè, questa, che vive di una vita propria ed autonoma. Gli elementi di espressione che compongono il melodrama sono di due specie : visibili ed audibili. Degli elementi di espressione visibili fanno parte, oltre alla scena con le sue luci ed i suoi colori, anche i personaggi, i loro costumi, i loro atteggiamenti, la mobilità delle loro fisionomie, i loro gesti ed i loro movimenti, in relazione allo svolgimento dell’azione drammatica = mimica e danza. Degli elementi di espressione audibili fanno parte: il canto e le parole dei personaggi ed i suoni dell’ orchestra - musica e poesia. Un terzo elemento, visibile ed audibile, anima i precedenti : il ritmo armonico, la vita attiva e particolare dell’ opera d’arte — architettura dì linee, di volumi, di colori, di movimenti, di suoni e di pensiero. Tale distinzione ci conduce a due serie di considerazioni fondamentali: 1a Data la natura e la diversità dei nostri organi di percezione delle sensazioni visive ed auditive, si dovrà escludere qualsiasi relazione di affinità diretta tra gli eleménti di espressione audibili. Unico modo di porli in relazione fra di. loro : la rievocazione simbolica, di cui ho dato un esempio precedentemente - relazioni di sensazioni di diversa natura per elaborazione e collegamenti mnemonici, psichici o dialettici, ma non mai sensuali. Di conseguenza, in un’opera per il teatro il parallelismo di espressione fra due arti differenti diventa ammissibile, sol quando una di queste arti si serva di elementi di espressione visibili e l’altra si serva di elementi di espressione audibili. Es: Pittura e musica, pittura e poesia, mimica e musica, etc.., 2.a Quelle arti, che si servono in comune o di tutti elementi di espres-sione visibili o di tutti elementi di espressione audibili, sono legate tra di loro da relazioni di affinità diretta e perciò non è ammissibile fra di esse parallelismo di espressione, il quale le spingerebbe verso un reciproco annullamento. Unico modo di accoppiarle : il complementarismo alternato ; cioè, mentre una di esse assume un valore principale, l’altra assume un valore complementare e viceversa, alternandosi successivamente a vicenda nello scambio dei valori. Es: Musica principale, poesia verbale complementare e viceversa ; pittura principale, danza complementare e viceversa; etc.... Riassumendo : in un’ opera per il teatro, due arti, che si servono di elementi di espressione differenti, possono esprimersi parallelamente senza annullarsi a vicenda, mentre avviene il contrario fra due arti, che si servano entrambe dei medesimi elementi di espressione. Fra due arti, che si servono di elementi di espressione differenti, è anche possibile il complementarismo alternato, nel valore di relazione simbolica o di rievocazione simpatica di toni, a parte le concordanze oggettive e realistiche. Fra due arti, che si servono entrambe dei medesimi elementi di espressione, è solo possibile il complementarismo alternato, nel valore di risonanza, di armonia, di contorno, di carattere e di aumentazione in un dato elemento tonale e fondamentale, comune alle due arti. L’architettura con le leggi del ritmo governa esteticamente i differenti modi di relazione fra arte ed arte o fra i vari aggruppamenti di arti fra di loro affini o differenti. Dalle suesposte considerazioni deriva direttamente questa mia nuova concezione dell’ Opera per il Teatro : opera — ripeto — che non è nè un dramma in prosa o in versi. Non opera prettamente musicale, quindi, nè opera prettamente letteraria, o coreografica, o pittorica. Opera complessa, dunque, degna della nostra modernità raffinata, poliedrica e volante ; risultante da multiple relazioni - per parallelismo o per complementarismo - di vari elementi artistici di espressione visiva ed auditiva. Definizioni. — Per giungere a sen-tire ed a conoscere pienamente un’opera di creazione artistica occorre credere in essa. Nella poesia come nella fede dubbio e discussione non sono ammissibili. Perciò le definizioni preliminari che sto per esporre in forma affermativa, valgono per chi mi vorrà credere. Al di fuori di una tale fede tutte le affermazioni e le definizioni sono nulle, come è nullo il mondo al di fuori delle sensazioni coscienti od incoscienti degli animali e dell' uomo. Ciò che io sento umanamente, non esiste; ciò che io creo umanamente, in base alla mia sensibilità diretta o riflessa, esiste, è verità, la verità. Comincio a definire, quindi. Poesia = creazione astratta e strettamente umana; assoluta ed unica verità umana; trasformazione del mondo materiale in umanità astratta. Arte = modo umano di esprimere la poesia ; perizia nel trasformare la materia; tramite e limite di comprensione. Opera d’arte = rivelazione della vita secondo l'istinto; rito religioso di celebrazione del mistero della vita; proclamazione ed atto di fede nella vita; Arti in genere = poesia espressa verbalmente; poesia espressa musicalmente ; poesia espressa pittoricamente; etc.... . Equipotenza di espressione fra le varie arti — uguale facoltà e identico grado di potenza espressiva di valore astratto: cioé poetico e non rappresentativo o descrittivo. E ciò contro la comune distinzione delle arti : in realistiche o rappresentative — pittura scultura, etc... — ed in astratte — poesia verbale e, massimamente, musica. Come se quello che si ode, non fosse realtà naturale come lo è quello che si vede o che si tocca. Affermo che tutte le arti — indifferentemente — possono esprimersi con. pari potenza, sia realisticamente, che astrattamente. E questo in base ai rapporti fisici e fisiologici esistenti tra le sensazioni e la nostra virtù umana di percepirle. Se la pittura e la scultura non suscitano oggi, nella massa umana, gli stessi fenomeni di ebbrezza travolgente, suscitativi dalla musica, non si dovrà per questo cercarne la causa nell’ inferiorità di potenza espressiva delle arti plastiche; ma bisognerà piuttosto cercarla nei criteri borghesi e scettici delle masse e degli artisti per cui pittura e scultura si sono ridotte esclusivamente a fotografare più o meno male il cosi detto vero — che in realtà é poi il falso autentico e volgare. I migliori sforzi dei miei geniali amici pittori e scultori futuristi tendono oggi e precisamente a togliere pittura e scultura dalla vergognosa abbiezione di serve del realismo, e ad innalzarle verso quei limiti possibili dell' astrazione, - dove un puro ritmo plastico fa vivere autonomamente uno stato d’anima pittorico o tattile. Vorrei e dovrei dire di più su tale argomento, ma i limiti di questa mia introduzione m’impongono di sorvolare sui particolari. Mi accosterò piuttosto alle conclusioni pratiche: con l'esporre, parte per parte, quelle mie innovazioni all’opera d’arte per il teatro, che costituiscono il coronamento logico a tutte le mie precedenti considerazioni, intuizioni ed affermazioni. Musica. — Elementi, espressivi: orchestra e voci umane cantanti — in coro o a solo. Quest’ ultime non più sulla scena, ma fuori della scena definitivamente. In tal modo il canto umano è ritornato musica pura e si è liberato di tutte le convenzionalità e di tutte le diminuzioni impostegli dal recitativo dramatico, dal senso logico delle parole, dal realismo scenico, etc... Canto umano equivalente ad una nuova famiglia — la più espressiva — di istrumenti dell’ orchestra; trattato con quei privilegi che gli spettano, per la sua potenza di fascino — esso è la nostra voce più appassionata ed eloquente — e per la varietà degli effetti che dalle sue infinite combinazioni si possono ottenere. Musica con valore principale — sinfonismo orchestrale e vocale ; separazione delle diverse famiglie di istrumenti; melodia pura cantata o suonata; a soli nella voce umana e negl'istrumenti. La poesia verbale accoppiata al canto, verso libero parole in libertà, onomotopeie verbali oggettive od astratte — assume in questo caso valore complementare e serve principalmente ad aumentare l’elemento ritmico e coloristico della melodia cantata, variandone l’espressione e i timbri con la pronuncia delle vocali e delle consonanti. Funzione essenziale della musica con valore principale: esprimere lo stato d’anima della collettività, attraverso l’artista creatore — l’interprete privilegiato — di fronte al drama che si svolge sulla scena. Espressione musicale pura ed autonoma ; spoglia completamente — e senza eccezioni — di ogni criterio oggettivo, programmatico, letterario, etc.... Preghiera religiosa, grido della gioia e del dolore, libera vita dell’istinto della collettività umana. Musica con valore complementare = aumentazione del tono nel declamato verbale per mezzo dell’orchestra; impressionismo istrumentale; onomatopeia orchestrale oggettiva ed astratta, Sua funzione essenziale: intensificare l'emozione suscitata dalla poesia verbale declamata, arricchire sonoramente le impressioni di ambiente ; marcare il ritmo danzante dei fatti, dei gesti, etc... In questi casi, s’intende, il valore principale sarà alla poesia verbale, nell’ambiente, nel fatto nel gesto dell’attore, etc.... Poesia verbale. — Elementi espressivi: attori declamanti — in massa o da soli. Gli attori declamanti stanno ed agiscono sulla scena in luogo degli artisti cantanti i quali ultimi non appartengono più alla parte rappresentativa del drama, ma esclusivamente alla parte musicale. In questo modo viene risolto il problema del recitativo, cantato, dove la parola era sacrificata alla musica e la musica alla parola. Ciò che l’attore dice sulla scena si deve capire perfettamente; l’imagine poetica e l’eloquenza dramatica — intese ed espresse sinteticamente — debbono contenere in sè stesse tutto il potere emotivo, aumentato tonalmente dai sobrii coloriti complementari della musica. Un tale principio si trova in forma embrionale nei melologhi di alcune vecchie opere teatrali. L’ultima forma di melologo trattata dal poeta Domenico Tumiati e dal musicista Vittorio Veneziani — 1900-1904 — si allontana però dal suddetto principio ; poiché in essa, poesia e musica si esprimono entrambe e parallela-mente con valore principale e di conseguenza e spessissimo si annullano a vicenda. Poesia verbale con valore principale — declamato tonale: tra la recitazione ed il canto. Scandire i versi liberi, o le parole in libertà, seguendo strettamente il loro ritmo, stabilito dagli accenti delle parole ; cantare quasi le vocali lunghe, mantenendo un tono fondamentale, dato dall’ accordo complementare dell’ orchestra. Il tono cambia ad ogni cambiamento dello stato d’anima poetico musicale. Nel verso libero e nelle parole in libertà, le censure, le pause di accento e le cadenze debbono senz’ eccezione corrispondere ad un’interruzione logica o ad una posa del senso del discorso, o del pensiero, o della sensazione ; ma non mai debbono essere casuali o formali. Funzione essenziale della poesia verbale con valore principale: esprimere il drama con doppio valore — onomatopeico e simbolico — della parola declamata: imagine poetica pura determinazione, esclamazione soggettiva descrizione, etc. Poesia verbale con valore complementare — i suoi caratteri e la sua funzione essenziale si trovano già fissati nel capoverso che tratta della musica con valore principale, alla quale la poesia verbale con valore complementare e strettamente legata — poesia verbale per il canto. Danza e mimica. — Non la danza programmatica — creare sulla scena una situazione verosimile, per far ballare qualcheduno, — nè la mimica realistica — servirsi del gesto, come ce ne serviamo usualmente nel conversare, etc.... Stato d’ anima coreico — ritmo di danza nei movimenti e nei passi dell’attore in relazione al movimento dramatico o tragico — danza astratta arte pura, poesia della danza. Nello stesso modo si concepisca l’arte del gesto. Un’armonia, un ritmo ininterrotto e costantemente vario di movimenti, di gesti e di pose, creanti la grande architettura astratta coreico-mimica, in corrispondenza parallela alle linee ideali della grande architettura astratta musicale-poetica. Costume. — Non storico, non antico, non moderno. Costume stato di anima: suggerito dal significato dramatico del personaggio che lo dovrà indossare. Colori e forme riflettenti un’anima, una volontà, una funzione estetica, un momento dramatico, o pittorico, o plastico. Scena. — Scena-stato d'anima : mutante pittoricamente al succedersi degli stati d’anima nel drama. Rispetto della rappresentazione del reale in rapporto al puro necessario per la comprensione ; astrazione nei limiti del possibile tecnico e programmatico. Questo come pittura e scultura con valore complementare prevalente. Il che non esclude, ma anzi fa supporre la possibilità di accoppiare, nell'opera per il teatro dell’ avvenire, pittura e scultura — con valori principali — e complementari. Ordinamento riassuntivo. — Musica con valore principale — istrumentale e vocale — nell’orchestra e dietro la scena, quando gli attori declamanti, sulla scena tacciono ed agiscono solamente. Poesia verbale con valore principale nella declamazione tonale degli attori, sulla scena, intercalata — nei brevi respiri — od assecondata a bassa voce da combinazioni istrumentali complementari : suggestivi il tono-stato d’anima all’artista declamatore, o aumentanti espressivamente, o per onomatopeie oggettive od astratte, l’azione, il gesto dramatico o il fascino dell’ambiente. Danza - stato d’anima-poesia coreica - nelle pose e nei movimenti degli attori; mimica - stato d’anima - poesia del gesto - nella maschera e nei gesti degli attori. Costumi e scene - per ora : complementarismo plastico astratto, non altre i limiti del comprensibile rappresentativo: in relazione diretta con l’anima dei personaggi e col significato essenziale di quanto vive e lotta nel drama. Il drama. — Rito religioso, religione della vita: nel senso che l’unico ed eterno scopo della vita è quello di vivere. Da ciò: adorazione della vita nell’opera di poesia e di arte, che celebra la bellezza della vita. Riprendo : quanto l’uomo crea - imagine - è verità, esiste, magari per un solo attimo. Perciò realtà può trasformarsi da un momento all’altro in sogno fantastico; come qualunque fantasia - purché creduta con fede - può farsi realtà assoluta ed indiscutibile. Quindi nel mio drama non può esistere distinzione fra reale e fantastico ; nel mio drama, anche il sogno più astratto é sempre realtà assoluta ed indiscutibile. L’essenziale del mio drama è la vita: tutto vive nel mondo, anche quelle cose che gli scienziati hanno chiamato inanimate. Se tutto vive nel mondo, questo tutto deve sentire ed esprimersi come sentiamo e ci esprimiamo noi, uomini, abbiamo fatto per noi il mondo a nostra imagine e somiglianza. Non potremo noi. essenza divina, parlare con le nostre creature ed ascoltare la voce? L’ uomo si è vergognato di porsi in confidenza con la natura: o per superbia, o per paura forse. La paura di scoprirsi più piccolo. Perciò si è circondato di limiti: non ultimo il pensiero razionale finito, contro la sensazione e l’intuizione istintiva infinita relazioni con la natura. Come uomo mi so finito, come natura mi sento infinito. Mi segua chi può; io corro dietro all’eternità - nel senso di universalità: spazio e tempo - per le vie illuminate dell’istinto. BALILLA PRATELLA FUTURISTA Lugo di Romagna, 12 aprile 1916.