Niente di TEDESCO Noi che — prima della guerra — abbiamo lanciato un manifesto Contro il Parsifal rammollente pericoloso, noi che abbiamo fischiato alla Scala il Cavaliere della Rosa, e, recentemente, boicottato a pugni le operette Viennesi, approviamo entusia- [...] tica contro Wagner all' Augusteo. 1° Dichiariamo assolutamente falso che l’arte è senza patria e domina le patrie. L’arte è invece là sintesi sublime della razza - nazione - patria! 2° La sintesi del genio elastico italiano deve oggi combattere e massacrare il suo nemico naturale che si chiama balordaggine pedantedesca. 3° Coloro che difendono la musica tedesca sono i fratelli di quelle schifose signorine che portarono fiori e sorrisi ai prigionieri austriaci. Il lasciar fare, il compatire, l’intenerirsi, sono forme di vigliaccheria. 4° L’assenteismo politico dei musi-cisti italiani è altrettanto idiota pernicioso che il pacifismo dei sozzalisti e la generosità dei slavofili italiani. Servilismo al forestiero! 5° Toscanini che vorrebbe tediarci oggi con l’opera straconosciuta di Wagner, Busoni che ha tediato il pubblico milanese con un intero concerto di Bach e Beethoven, dimostrano una insensibilità da rinoceronte. 6° Abbiamo una grande simpatia per l’avanguardista francese Debussy e per il futurista russo Stravinssky ma preferiamo la musica del grande futurista italiano Pratella e gl’intonarumori del futurista Russolo. 7° Escludiamo Wagner non soltanto perchè è il più grosso il più prolisso, il più romantico dei pedantedeschi, ma anche perchè è morto. Bisogna finirla col glorificare in Italia o i morti o gli stranieri. Pratella è un soldato italiano vivo. Se per disgrazia dovesse morire, la stampa si affretterebbe di proclamare il suo genio prodigioso, come fece per Sant’Elia e Boccioni. E l’Augusteo si affretterebbe di eseguire le sue opere. Ho incontrato in treno la signora Germania. Apoplettica. Si lamentava sbuffando delle gomitate dure dei forti ufficiali italiani. Leggeva La Stampa e L’Avanti. Riempiva tre posti. Con una natica schiacciava un bambino, che per fortuna aveva rifiutato i suoi confetti epidemici. Aveva per busto una campana di Norimberga dentro la quale il mestolo del cuore suonava La marcia funebre. La sua faccia era un piatto di Krout, con naso-salciccia in un cimitero turco di rughe filosofiche. Mi domandò come erano costruite le nostre nuove bombarde. Per tutta risposta le sputai in viso dicendole : finiscila di romperci le scatole, lurida Erda'! F. T. MARINETTI FUTURISTA