Il Primo Mobilio Italiano Futurista Prima si è creduto che la guerra non si facesse, poi si è creduto che la guerra ci portasse una sconfitta, poi si è creduto che anche con la vittoria tutto il paese fosse immiserito: e queste tre vigliaccherie sono completamente sfatate! Noi Futuristi abbiamo sempre saputo che gli italiani formano il primo popolo del mondo : questo si é completamente avverato ! Mai come ora ci sono state in Italia energie scoppianti in iniziative febbrili piene di genialità e di fiducia, Ci sono degli uomini che fanno due o tre mestieri nella stessa giornata, e donne che lavorano come degli uomini, incosciamente con un impeto e con un successo guerriero parallelo a quello de! nostri soldati lassù. Mai come ora in Italia si viaggia, adattandosi come non lo fu mai alle tribolazioni di lunghe ore di caldo, senza potere sedersi, con le valigie nei corridoi sui piedi, col fumo negli occhi, pagando il biglietto a prezzo quasi doppio. Ho già scritto sul risveglio dell'industria italiana e ne ho esaltato l'orgoglio nazionale. Ho cercato di parlarne e risvegliarne i pregi investigando il lato pratico, ma non ho potuto e non ho voluto darne un freddo esame; io che scrivo voi italiani che mi leggete abbiamo nel sangue il brivido esasperatamente turchino del nostro meraviglioso cielo. Mi sono sentito del lirismo nelle vene anello quando vi parlai di scarpe.... Siamo veramente il popolo più artista del mondo, abbiamo nella nostra terra tutto ciò che occorre por darci continuamente tutta una poesia di cui nessuno di noi può liberarsi, e di cui dobbiamo andare grandemente superbi. Io vi domando quale risveglio enorme dovrà avere l’Arte se l’industria promette già tanto; a quale vera rinascenza di quest’arte dovrà assistere il nostro tempo se anche tutto, ciò che ci era quasi ignoto si risveglia accanto a questa nostra facoltà che sempre ha sbalordito il mondo. In un momento come questo dove anche le zolle sembrano vivere di una vita propria addossate ricurve e in colonna serrata come i nostri soldati lassù, dove i vecchi rimasti a casa guidano l’aratro con mano sicura che ha cessato di tremare e di e di essere vecchia per un miracolo della volontà. Miracolo più grande sarà il risveglio dell’Arte in questo nostro momento in cui non esito a pronosticarvi i nuovi giorni dell'Arte. *** Oggi non esito più e la mia mano è sicura e fiduciosa, a venirvi incontro porgendovi dell’arto italiana che ieri infiacchiti dalla troppo placida vita pacifista indolentemente gettavate nel nulla. Quest’oggi anche voi avete la febbre del vivere del sentire del provare dell’investigare, e l’ignoto futuro vi attrae e vi prende. Sono felice che oggi per la prima volta una schiera vasta di persone anche non artiste sia venuta a chiedere di vedere. Finalmente oggi cominciate a comprendere che per lo mono non eravamo in mala fede. Finalmente comprendete che altri artisti ci possono essere oltre Michelangelo e Raffaello, che gli italiani ci sono sempre ed hanno come allora l’originalità nel cervello e nel onore con la forza di creare possentemente. Si prepara una esposizione di pittura e dovrò parlarne. Oggi devo accontentarmi col dirvi sopra una serie di stili nuovissimi ed origina [sic!] solamente dei disegni, ma veramente ed accuratamente costruiti. Questo mi é costato un non lieve sacrifizio di denaro di tempo e di fatica avendo dovuto superare quella serie non indifferente di ostacoli che sorgono nell’attuazione pratica delle idee. Sono riuscito a dare esatta l’espressione della originalità della praticità e dell’eleganza che volevo. Sono i primi mobili fabbricati in Italia che possono stare in confronto dal lato precisione-tecnica a quelli esteri, e superarli moltissimo dal lato artistico. Questo ha anche una enorme importanza industriale o commerciale. I miei mobili sono scaturiti come sempre dalle idee fondamentali futuriste: bisogno di ultra-modernismo originale, di igiene, di eleganza, di emozione sintetica. Una volta erano impossibili questi requisiti perché mancava la macchina. La lavorazione a mano implicava necessariamente delle scabrosità delle rugosità dei ghirigori d’intaglio, e molti particolari che arrivavano ad illustrare perfino, con bassorilievi e lavori d’intarsio, delle scene famigliari, delle battaglie, oppure la corte reale o lo buone o cattive azioni delle nobili famiglie. La conclusione era che nelle insenature innumerevoli si annidava la polvere di intere generazioni, e quello che è peggio vi si annidavano via via intere generazioni di microbi.... Perché, allora poteva anche andare quando si pensava che fare il bagno era una vergogna ! Oggi é venuta l’Igiene che col lysoform la mitragliatrice e la macchina pensa a levigare a pulire a semplificare a disinfettare gli uomini le nazioni e le cose. *** L’uomo tende a farsi servire più che può dalla macchina perché le cose da farsi sono ben più numerose di una volta, e la vita tutta vibra in velocità sempre crescente. Ci sono delle macchine che sono dei veri e propri organismi, che hanno veramente dell’ intelligenza, che hanno delle malattie passeggiere o delle malattie croniche, che riportano delle ferite guaribili in 10, 15, 30 e più giorni ; ci sono dello macchine che muoiono di un colpo apoplettico. Domandatelo ai motoristi agli chaffeurs ai macchinisti, essi sentono quando il motore ha la ripercussione del 4° tono, o prevedendo la malattia danno subito un poco di chinino-dello- stato per la prima febbriciattola. La macchina è diventata il prolungamento evidentemente necessario dei nervi dell'operaio. Il tessitore dirige la propria macchina fiutando a volo di volante i colori e disegni da intromettere via via.... Ho studiato nell’officina l’operaio chinato sulla piallatrice, sulla sega circolare, tagliando formando e creando le linee imparate a memoria sul disegno, e la macchina lo sente lo capisce.... Ogni operaio è innamorato della propria macchina, e quindi ne è fortemente geloso e ne rivendica i pregi sullo altre dei compagni. Forse la macchina sarà presto la nostra sola amante possibilmente desiderabile. *** L’arredamento di una casa, di un restaurant, di un hotel, dove avere un carattere. Voglio dire che ogni stanza deve avere una fisonomia che va d’accordo con quello che vi si deve compiere. Mi pare che cosi l’arte trovi un degno compito da assolvere. L’Arte introdotta intimamente nella Vita, nelle nostre attitudini, nei no-stri bisogni. Mi pare un degno compito quello di introdurre una raffinatezza elevata ; una eleganza nuova e tutta italiana; dell’igiene, del benessere, della allegrezza e dell’ottimismo nella vita. Mi pare di essere riuscito con tutti i miei sforzi contro tutti gli ostacoli a dare all’Italia il mobile d’arte italiana: grande varco per cui l’industria e il commercio nostri potranno essere desiderati ed accettati con pieno entusiasmo dai popoli diggià meravigliati del nostro grande esercito. ARNALDO GINNA FUTURISTA L'Italia Futurista, a. I, n.12, Firenze, 15 dicembre 1916