La guerra elettrica (Visione-ipotesi futurista) Oh! come invidio gli uomini che nasceranno fra un secolo nella mia bella penisola, interamente vivificata, scossa e imbrigliata dalle nuove forze elettriche! L’ossessionante visione del futuro mi strappa l’anima in raffiche deliziose.... Ecco, su tutto il litorale, l'immenso mare glauco, che, non più in ozio, non più pigro come una cortigiana ammirata, perfida, e sperperatile, ci appare alfine domato, divenuto operoso e produttore. L'immenso mare glauco, stupidamente adorato dai poeti, lavora infatti, con tutte le sue tempeste diligenti e furibonde, a dare moto incessante a innumerevoli zattere di ferro, che fanno funzionare due milioni di dinamo, disposte lungo lo spiagge e in mille golfi operai. Mediante una rete di cavi metallici, la doppia forza del Tirreno e dell' Adriatico sale fino alla cresta degli Appennini, per concentrarsi in grandi gabbie di ferro e di cristallo, formidabili accumulatori, enormi centri nervosi disposti qua e là sulla montuosa spina dorsale dell’ Italia. Attraverso i muscoli, le arterie e i nervi della penisola, l’energia dei venti lontani e le ribellioni del mare, trasformate dal genio dell'uomo in molti milioni di Kilowatts, si diffondono dovunque, senza fili conduttori con un’abbondanza fertilizzante regolata da tastiere che vibrano sotto le dita degli ingegneri. Essi vivono in camere d'alta tensione, in cui centomila volte palpitano tra grandi vetrate. Stanno seduti davanti ai quadri di distribuzione, e fanno a destra e a sinistra i contatori, le le tastiere, i regolatori e i commutatori e dovunque lo splendido lampo delle manovelle. Quegli uomini hanno finalmente la gioia di vivere fra pareti di ferro. Hanno mobili d'acciaio, venti volte più legger e meno costosi dei nostri. Sono finalmente liberati dall’esempio di fragilità e di mollezza debilitante che ci danno il legno e le stoffe coi loro ornamenti agresti. Quegli uomini possono scrivere in libri di nickel, il cui spessore non supera i tre centimetri, non costa che otto franchi e contiene, non dimeno, centomila pagine. Siccome il caldo, il fresco e la ventilazione sono regolati da rapidi meccanismi, essi sentono finalmente la pienezza e la solidità resistente della loro volontà. La loro carne, [...] le rugosità germoglianti degli alberi si sforza di somigliare all’acciaio circostante. Quegli uomini si lanciano sui loro monoplani, agili proiettili, per sorvegliare tutta la circolazione irradiante dell’elettricità nell’ innumerevole ammattonato delle pianure. Visitano i focolari d’attività secondaria, garages poliendrici da cui gli aratri automobili balzano fuori incessantemente verso le campagne, per dissodare o inaffiare terre e fogliami, elettricamente. Essi regolano, dall'alto dei loro monoplani per mezzo di telefoni senza fili, la velocità fulminea dei treni seminatori che due o tre volte all’anno attraversano le pianure per seminagioni frenetiche. — Ogni vagone porta sul suo tetto un gigantesco braccio di ferro che gira orizzontalmente, spargendo tutt’intorno le sementi fecondatrici. Ed è l'elettricità che ne cura precipitosamente il germogliare. Tutta l’elettricità atmosferica immanente sopra di noi, tutta l'incalcolabile elettricità tellurica sono finalmente utilizzate. Quegli innumerevoli parafulmini quei pali accu-mulatori sparsi all’ infinito per le risaie e i giardini, solleticano con le loro punte il ventre turgido e tempestoso delle nubi, perchè esse possano colar giù, fino alle radici delle piante, le loro forze stimolatrici. Il miracolo, il gran miracolo sognato dai poeti passatisti si realizza intorno a noi. Dovunque crescono in modo anormale le piante, per effetto dello sforzo dell'elettricità artificiale ad alta tensione. Irrigazioni e prosciugamenti elettrici. Mediante l’elettrolisi e le molteplici reazioni che essa provoca, l'elettricità attiva dappertutto l'assimilazione, da parte delle cellule vegetali, dei principi nutritivi del suolo, ed esaspera direttamente l'energia vegetativa.... Ecco perché prodigiosamente spuntano da terra e crescono stirando i loro rami, con fulminea rapidità, alberi a gruppi, in boschetti, in vaste oasi.. Grandi boschi, foreste immense, salgono, infeltrando i fianchi delle montagne, sempre più su, per obbedire ai nostri voleri futuristi e sferzare la vecchia faccia cadaverica, solcata di lagrime dell’antica Regina degli amori. In monoplano, noi seguiamo il crescere fantastico delle foreste verso la luna. Urrà! Urrà per quei treni che corrono, laggiù, velocissimi! Treni di merci, poiché le merci sole strisciano ancora sulla terra. L'uomo, divenuto aereo, ci posa il piede solo di tanto in tanto ! La terra dà finalmente tutto il suo rendimento. Stretta nella vasta mano elettrica dell'uomo, esprime tutto il suo succo di ricchezza, dell'arancio da tanto tempo promesso alla nostra sete e finalmente conquistato ! La fame e l'indigenza scomparse. La amara questione sociale, annientata. La questione finanziaria, ridotta alla semplice contabilità della produzione. Libertà a tutti di far dell'oro e di coniare monete lampanti. Finita, ormai, la necessità dei lavori faticosi e avvilenti. L' intelligenza regna finalmente dappertutto. Il lavoro muscolare cessa alfine di essere servile, per non aver più che questi tre scopi : l’igiene, il piacere e la lotta. L’uomo non dovendo più lottare per conquistarsi gli alimenti, concepisce finalmente l'idea pura del record ascensionale. La sua volontà e la sua ambizione s' immensificano. Tutti i soprappiù sono in giuoco in tutte le anime. L'emulazione si accanisce verso l'impossibile, purificandosi in una atmosfera di velocità e di pericolo. Tutte le intelligenze, divenute lucide, tutti gli istinti condotti al massimo splendore, [...] soprappiù di [...] tutti possono perfezionare la loro vita in innumerevoli sforzi antagonistici. Anarchia dei perfezionamenti. Non una vibrazione di vita che vada perduta, non una energia mentale sciupata. L'energia elettrica ottenuta inesauribilmente mediante l'energia calorifica o quella chimica. Dalla lontana scoperta della telegrafia, senza fili, la funzione dei dielettrici va di giorno in giorno crescendo. Tutte le leggi dell'elettricità nei gas rarefatti sono catalogate. Con una facilità sorprendente, gli scienziati governano le docili masse degli elettroni. La terra che già sapevamo interamente composta di particelle elettrizzate, é regolata come un enorme rocchetto di Rumkorff. Gli occhi e gli altri organi dell’uomo non sono più semplicemente ricevitori sensibili, ma veri accumulatori di energia elettrica. La libera intelligenza umana regna dovunque. Già da molto tempo, lo Czarismo non esiste più. Degli anarchici travestiti da necrofori, portarono solennemente nel palazzo imperiale un feretro pieno di bombe, e lo Czar saltò in aria con tutto il suo Medio Evo ostinato, come il turacciolo di un'ultima bottiglia di champagne troppo vecchio. Venticinque grandi potenze governano il mondo,disputandosi gli sbocchi dei prodotti industriali sovrabbondanti. Per questo, noi assistiamo finalmente alla prima guerra elettrica. E finiamola coi vecchi esplosivi! Noi non sappiamo che fare, ormai, della ribellione dei gas imprigionati che sussultano raggiosamente sotto i pesanti ginocchi dell'atmosfera. Sul confine di due popoli s'avanzavano dalla due parti, rotolando sui binari le enormi macchine pneumatiche — elefanti d'acciaio irti di proboscidi scintillanti puntate sul nemico. Quei mostri bevitori d'aria sono guidati facilmente da macchinisti appollaiati su in alto, come cornacs, nello loro cabine tutte a vetri. Le loro piccole figure sono arrotondate da una specie di scafandro che serve loro a fabbricare tutto l'ossigeno per la respirazione. La potenzialità elettrica cosciente e raffinata di quegli uomini, sa utilizzare l’amicizia e la forza dei temporali, per vincere la stanchezza e il sonno. Ad un ratto il più agile dei due eserciti ha bruscamente rarefatta l'atmosfera del suo avversario mediante la violenta aspirazione delle sue macchine pneumatiche. Queste filano via, subito dopo, a destra e a sinistra, sui loro binari, per lasciar posto a delle locomotive armate di batterie elettriche. Eccole puntate come cannoni verso il confine. Degli uomini, ossia dei domatori di forze primordiali, regolano il tiro di quelle batterie che lanciano fra le dighe di un nuovo cielo irrespirabile e, vuotato d'ogni materia, grandi grovigli di fulmini irritati. Li vedete voltolarsi nell’azzurro, codesti nodi convulsivi di serpenti tonanti? Strangolano gl'innumerevoli fumaioli branditi dalle città operaie; infrangono le mascelle aperte dei porti; schiaffeggiano le cime bianche delle montagne, e spazzano il mare color di bile, il mare urlante, che s' incava e si rizza follemente per atterrare le città marittime. Venti esplosioni elettriche nel cielo, smisurato tubo di vetro pneumaticamente vuoto, hanno riassunti gli spasimi coraggiosi di due popoli rivali, coll'ampiezza e lo splendore delle formidabili scariche elettriche interplanetari. Fra una battaglia e l'altra, le malattie sono assalite da ogni parte, confinate nei due o tre ultimi ospedali, divenuti inutili. I deboli e gl'infermi, triturati, sbriciolati, polverizzati dalle veementi ruote dell’ intensa civiltà. La barba verde delle viuzze di provincia rasa dai crudeli rasoi della velocità. I radioterapeuti, col volto difeso da una maschera di caucciù, col corpo protetto da un camiciotto tessuto di piombo, di caucciù, e di bismuto, chineranno i loro occhiali dai vetri di sali di piombo sul pericolo traforante e curativo del radium. Ahimè, quando inventeremo finalmente delle maschere o dei camiciotti per difenderci contro l’infezione mici-diale della imbecillaggine, dell' imbecillaggine di cui date prova voi che disapprovate, naturalmente, la sincerità crudele dei miei assalti contro il passatismo italiano? Voi dite che ognuno deve lavare a porte chiuso la propria biancheria sporca.... Eh ! via ! noi non siamo lavandaie dalle mani meticolose e delicate. Con la nostra, biancheria infetta e pestilenziale, noi accendiamo oggi una fiammata di gioia sulla cima più alta del pensiero umano. Noi non risparmiamo nessuno. Dopo avere insolentiti tutti gli stranieri che adorano il nostro passato e ci disprezzano come cantori di serenate, ciceroni o mendicanti, noi abbiamo imposto loro di ammirarci come la razza meglio dotata della tetra. Mercè nostra, l'Italia cesserà d' essere il love-room del mondo cosmopolita. A questo scopo, noi abbiamo intra-presa la propaganda del coraggio contro l'epidemia della viltà, la fabbricazione di un ottimismo artificiale contro il pessimismo cronico. Il nostro odio contro l'Austria ; la nostra attesa febbrile della guerra ; la nostra volontà di strangolare il Pangermanismo. Ecco il corollario del nostro teorema futurista!... E tacete dunque, imbecilli ! Noi impugniamo contro di voi come un revolver il nostro cuore staccato, stretto fra le nostre dita, il nostro cuore carico d’odio e di temerità Con noi comincia lo sciopero violento dei giovani becchini. Basta, con le tombe ! Noi lasciamo che i cadaveri si seppelliscano da soli, ed entriamo nella grande Città futurista che punta la sua formidabile batteria di fumaioli d' officine contro l'avviluppante esercito dei Morti, in marcia sulla Via Lattea! F. T. MARINETTI Futurista al fronte N.B. Da Guerra sola igiene pubblicata nel 1910!