DUTTILITÀ FUTURISTA Ad ARNALDO GINNA per le nostre dispute-discussioni Bisogna riconoscerlo : Il futurismo in pochi anni ha largamente conquistato in tutti i campi. Le sue battaglie se sono state aspre non sono state infruttuose. Nel campo dell’arte italiana attuale o si è futuristi o influenzati o simpatizzanti. Gli stessi accademici propongono l’abolizione delle accademie. Questo successo che ogni giorno va sviluppandosi tocca il suo massimo con la vivacità del gruppo futurista malgrado la guerra. Ormai nel campo artistico l’Italia futurista è l’unico giornale che viva di vita gagliarda, alimentato dai suoi collaboratori soldati. Ormai nel campo editoriale solo noi osiamo stampare e diffondere a grande tensione, senza il minimo scartamento ridotto. Si può infine affermare che la grande Idea futurista nel suo pro-gramma di « guardare avanti » di liberazione dai « morti illustri » di « orgoglio italiano » di « ottimismo e fiducia » di « rinnovamento e speranza nei giovani » è varata e compresa nei centri intellettuali, nei nuclei pensanti. Il partito politico futurista che stiamo elaborando ci porterà in contatto con le masse e varerà il nostro grande sogno nella intera compagine nazionale rendendolo aspirazione di popolo. Occorreranno per questo : forza, tenacia, accanimento propagandista, solidarietà, integrità di intenti, generosità e sacrifici ! Ma io spero che queste doti siano possedute in gran copia dai futuristi italiani. Questo per il complesso del nostro programma, questo per certe sue verità smaglianti che si impongono a tutti non appena le si siano enunciate. Ma il Futurismo ha dentro di sé ben altro. C’ è dentro di lui « un nuovo tipo d’italiano » che uscirà plasmato dalle nostre mani e che sarà destinato a trasformare la più intima sostanza morale della nazione. Essere progressisti, rinnovatori, giovani, audaci è cosa importante che ci occupa e ci preoccupa, ma non è il nostro solo scopo. Si può essere progressisti, rinnovatori, giovani, audaci senza essere duttili. La « duttilità futurista » sarà la nuova « tempera » dei nuovi italiani, sarà la nuova forza della nostra razza che riteniamo più d’ogni altra capace di un tale sforzo prodigiosamente audace e antitradizionale. Si tratta di debellare il concetto della « serietà apparente » si tratta di togliere l'incompatibilità fra una funzione spirituale e l’altra. Si tratta di modificare il concetto di « dignità » di spezzare i « canali delle energie ». Si sogna di dare una nuova generazione elastica e vasta che sappia vivere tutta la vita e produrre con la maggiore libertà. Ah ! libertà ! concetto divino ! Ah ! libertà terribile tesoro ! Il più desiderabile e il più grave a sostenersi Vogliamo immettere nella vita politica per questa duttilità tanto invocata i migliori elementi della vita artistica. Vorremmo che le bizzarrie, le inquietudini le così dette « leggerezze e pazzie » degli artisti non impedissero ad essi, per le prevenzioni del pubblico, di partecipare allo scioglimento dei più gravi problemi della vita collettiva. Vorremmo arrivare ad un tipo d’italiano, che reggesse il governo con tutta genialità onestà e sapienza e insieme potesse mostrarsi come divo del caffè concerto. Vorremmo che gli industriali capissero l’arte, che gli artisti sapessero di affari. Vorremmo infine ohe questa meravigliosa duttilità italiana potesse esplodere libera nel campo della grandezza senza impacci e senza condanne aprioristiche. Vorremmo un Leonardo che fosse musico, pittore, astronomo, scienziate ed anche reggitore di popoli. Vorremmo che si riabilitasse nei suoi germi esploratori veramente geniali la buffoneria e che si agilizzasse la serietà. Credo nel modo più sicuro che l’arte attragga gli uomini più geniali e più forti vorrei che la collettività non se ne privasse quali uomini di governo condannandoli e disistimandoli « a priori ». Il poeta è un grande calcolatore e un più profondo intuitore. Capisce talvolta con ogni chiarezza le vite più astratte e più nascoste è probabile che — incoraggiato di fiducia — sappia con una immensa profondità penetrare gli uomini. *** In Francia esistono direttori di grandi quotidiani che hanno scritto e scrivono pochades, tutta la vita politica francese è pervasa di teatro e di mondanità. È un passo in avanti. In Italia abbiamo D’Annunzio che ha inventato l'acqua nunzia contro la calvizie, è stato lo strazio della caricatura per venti anni ed ha saputo guidare le grandi giornate inter-ventiste romane, comandare una impresa aerea contro Cattaro. Il pubblico dopo molte ostilità —l’ ha applaudito. È un gran passo. Abbiamo ora Marinetti, abbiamo ora i migliori futuristi. Son passati dalla indagine più bizzarra alla più vermiglia trincea. Aspettano di passare alla vita politica, di vivere a contatto con le maggioranze, di portare in esse il germe delle loro speranze e delle loro idealistiche sensibilità trascendenti. I futuristi attaccheranno i problemi più duri con nuove leve, con nuovi scalpelli, aggireranno le difficoltà con le improvvise manovre della loro spregiudicatezza, del loro ingégno libero d’ogni pregiudizio. Questa massiccia, brutale, meravigliosa adorata realtà cederà più facilmente dinanzi ai colpi impreveduti e agli inviti appassionati d un gruppo di giovani cervelli lanciati nella libertà assoluta del pensiero e della azione. Ma per ottenere tutto questo bisognerà che il pubblico non li scarti a priori per la loro multipla funambolica, colorita profondamente italiana duttilità. Bisognerà che il Futurismo pre-pari loro il terreno con una propaganda incessante, vitale, attraente, persuasiva. EMILIO SETTIMELLI Futurista. L'Italia Futurista, a. II, n.35, Firenze, 9 dicembre 1917