UNICITÀ’ DELLA CREAZIONE PANPLASTICA (Sistemazione teorica delle arti visive, diffluenti e plastiche) Con il presente saggio diamo inizio ad una serie di scritti che costituiranno in complesso una personale teoria delle arti visive e plastiche che l'autore mette come complemento alla sua produzione artistica e che, sinteticamente, chiama TEORIE PANPLASTICHE — Valutazione e Creazione INTEGRALE ORCHESTICA NELLE ARTI Visive, Fluide e Plastiche. Diamo il sommario di questa opera, che noi andremo pubblicando, volta per volta. 1° SISTEMAZIONE TEORICA DELLE ARTI VISIVE. Unicità della creazione pamplastica. Cenni di Patoestetica visiva. Esotismo e nazionalità nell'arte. 2° Teoria orchestica pamplastica e Arti visive diffluenti dell' Azione (sottogruppo coreografico). 3° Creazione in astratto. Teoria di produzione : 1. Premessa psico-logico-estetica. 2. Policromia pura astratta (nuova arte bidimensionale). 3. Plasmazioni pure in astratto e applicazioni. 4° Rappresentazione del concreto. Teoria di produzione: 1. Premessa. 2. Coefficienti nella esecuzione. 3. Composizione. Prossimamente lo stesso Autore pubblicherà le seguenti opere: PATOESTETICA e MALATTIE DELL'ARTE MODERNA. CON ALTRI OCCHI, Studi sulle Estetiche e sulle Arti esotiche. Esotismo nostrano. ORCHESTRAZIONE INTEGRALE DEI VALORI NELLE ARTI PLASTICHE: 1. Forma — Volume - Espressione. 2. Luminosità — Chiaroscuro — Colore. 3. Estetica dello Spazio e composizione. I. Vogliamo esporre i nostri convincimenti artistici sul complesso delle arti plastiche, augurandoci di non annebbiare ancora oltre la mente dei pazienti amatori, ingarbugliati certamente, e quindi ostili ad ogni parola moderna, per l'inqualificabile mercantilismo di tanti falsi movimenti recenti e contemporanei, nel campo della rappresentazione figurativa ; e stanchi d’attendere — da quando? — una forte soluzione dei vasti problemi delle altre mirabili arti plastiche. Entriamo rapidamente, con questi sommari e preliminari cenni, nel vivo delle questioni teoriche che sovrastano ad ogni savia produzione. Il nostro pensiero — libero da ogni pretesa di Sistema Estetico, — è inquadrato dalla netta distinzione dei grandi gruppi delle arti esclusivamente visive. Abbiamo contrapposto le arti plastiche che si estrinsecano elaborando la materia sensuale, alle arti vive diffluenti dell'Azione, che pure sentiamo legate assolutamente alla sensibilità pamplastica. Fra le arti plastiche, la opposizione delle rappresentazioni figurative reali ed irreali del concreto, intimamente trasformato — alle arti che creano in astratto coi valori della plasticità, ci ha condotto alla esaltazione di manifestazioni puriste di queste ultime. Alle arti fluide dell'azione — mimetiche ed orchestiche — naturaliste e antinaturaliste, — abbiamo tolto la pretesa supremazia su tutte le arti plastiche, a traverso la magia del gesto, per affermarne viceversa la originalità e precedenza su le arti acustiche, che dal ritmo plastico organico hanno desunto il ritmo sonoro; dalla euritmia spaziale dinamica hanno avuto la misura del tempo. Conseguentemente abbiamo rilevato, per le arti plastiche concrete, una maggiore indipendenza dell'espressione — supremo scopo dell'arte — dalla mimica animale, affermata nella pittura d'ambiente (paesistico-artificiale) ; benché conosciamo l'importanza enorme dell'influsso indiretto che il mimetismo e l’orchestrazione organatrice hanno in tutte le erti. Ai soli coefficienti (fattori, elementi, qualità o valori) del sensualismo visivo e plastico, è dovuta ogni efficacia emozionale sinestesica e simpsichica. L'anima umana si può valorizzare con le sole proprietà obiettivo-oggettive della materia del "senso dominante". Differenzieremo con assillo, in appresso l'arte precipuamente visiva e plastica, dall'arte acustica e tale dimostrando come letterarietà e musicalità debbano essere assolutamente estranee dal campo plastico ; mentre tutte d'altra parte collaborano fuse nelle arte composite (teatro). I visivi in letteratura ed in musica mancano della specifica materialità plastica, mentre l'attore ed il coreografo sono prima creatori di forma e di gesto, e accessoriamente, nello spettacolo plurisensoriale, musicali o letterari. Per essere pittori, compresi dalla complessità pamplastica della figurazione pittorica abbiamo ciclicamente saggiato le maggiori manifestazioni plastiche: vincendo la naturale riluttanza, abbiamo saputo avere il gusto delle teorie come viva necessità della produttività cosciente. Al falso primitivismo — Impossibile sinceramente nella nostra civiltà — abbiamo con gran cuore contrapposto la formazione snervante d'autodidatta moderno, sorretti dalla fede di riuscire, dalla sicurezza di affermare validamente le energie innate, favorite dalla meditazione'e dal lavoro. Non potendo limitare la pittura a raffigurare primitivamente, per diversi scopi, l’ambiente naturale e gli organismi animali e vegetali che in esso senza attività inventive vivessero, — considerando la vita sociale (anche inferiore) degli esseri, che visibilmente ha prodotto, con le molteplici lavorazioni della materia, l'ambiente artificiale ossia ogni forma non partorita dalla Natura, ci siamo affissati al fenomeno prodigioso della creazione umana, senza trascurare, per l'intima comprensione, le manifestazioni creatrici animalesche. Nella pittura si assommano, per la gustazione trasformatrice della esteriorità, le facoltà totali dell’anima umana. A coloro che nella raffigurazione non hanno veduto — orbi della mente — la potenza della creazione dei valori, dovuti alla crogiuolazione elaboratrice con che l'uomo si aggiunge, anzi si sostituisce al vero, a coloro che in tutto vedono l'imitazione, avversi — per timor di Dio — ad ogni sano antinaturalismo, opponiamo la storica dimostrazione che ne ha dato il Genio d'ogni epoca, barbara o fulgida, sotto il vario suggello nazionale. Nella valorizzazione degli inorganici per la composizione paesista, nella trasposizione dalla totalità sensoriale nel campo visivo, mediante la creazione compositiva; nella trascendenza graduale da cui sono sorte le irrealtà ed allegorie plastiche di altri mondi naturali ed artificiali e di vegetazioni ed esseri straordinari o di incredibili fenomeni ; nella invenzione mimica e orchestica riprodotta a traverso la figurazione, — vedremo quanto vasta sia l’orma dell’antinaturalismo, che pure vive nella Natura. Le formule e le parole sono per ora a noi nemiche. Tuttavia in pittura vedremo, meglio che altrove, affermazioni del forte naturalismo gustatore, sentimentalmente o cerebralmente, della natura, in concreto, — accanto o alternatamente a manifestazioni d'ispirazione interiore. Il gruppo di arti che maggiormente è dovuto alla esplicazione di facoltà creatrici, è costituito dalle varie architetture e da quelle produzioni che fra tutte le lavorazioni della materia, maggiormente sono libere, ovvero sono solamente alleate agli [...] estetici, utilitari scientifici economici, in una parola pratici. I valori della sensualità pamplastica sono fondamentalmente cioè psico-fisiologicamente identici ; ma la grande divisione tra il gruppo figurativo ed il gruppo per eccellenza creatore delle arti d’astrazione, consiste nella concretezza del primo, cui si oppone la astrattezza generalizzatrice o compositrice di nuove organizzazioni estetiche, del secondo. Vedremo partitamente, per comodità sistematica, le Teoriche di Produzione per i due gruppi, che cosi completano la geniale assaporazione della materialità dello spazio. Le verità estetiche a noi note, sono intimamente accomunate in tutta la visività, fluida e plastica. Dalla Filosofia delle Forme artefatte, esistenti nell'ambiente sociale, limitate al dominio estetico, sono risalito alle origini psicologiche e logiche della Creazione artistica pura, escludendo, almeno in teoria, i fattori pratici utilitari delle manifestazioni applicate. Dalla ricostituita Teoria di produzione, ho sentito l’imposizione di purificarne le attuazioni nel loro concetto altissimo di assoluta creazione autonoma: ogni applicazione presuppone la produzione per sé stessa, invincolata da pretesti e limitazioni extra-estetiche. Per lo stesso scopo di redenzione ho affrontato la produzione, non soltanto ornamentatrice e sensuale di un'arte astratta bidimensionale — cioè coi mezzi pittorici pigmentari o d'applicazione plurimateriale, o in rilievo —; ed ho preferito plasmazioni architettoniche che permettessero una più libera espansione nello spazio. Dalla Filosofia della Forma in Natura — che nelle scienze ha suscitato le molteplici teorie dell’evoluzionismo creatore, del metamorfismo essenziale delle organizzazioni fisiche — ; e dalla valutazione di tutti i coefficienti della sensualità visiva, ponendo nei giusti termini il risuonamento mimetico quale fattore della coscienza umana, potei assurgere dalla considerazione della espressione inorganica, universale alla netta valutazione della preponderanza dell’espressione metapsichica come valore proprio alla materia del senso. Come nel canto la parola aggiunge una forza comunicativa particolare, al di sotto delle maggiori possibilità del suono vocale musicalmente armonizzato e composto per corrispondere intuitivamente con gli ascoltatori. — egualmente nella figurazione la eloquenza del gesto e della fisionomia permettono alla composizione di esseri l'esterioramento di tanta parte della loro superiorità psichica e di relazione, mentre i grandi concetti, la emozionalità generale, si affidano prepotentemente al giuoco più vasto della composizione dei valori concreti ed elementari, dell'organizzazione realista modificata, in varia guisa dalla personalità dell'artefice. Canto e figurazione hanno quindi un rapporto comune con la musica e la creazione, e non è detto che il giudizio di molti contro la parola cantata e contro il gesto figurato non abbia un fondamento oscuro di aspirazione ai puri valori concreti o astratti, esteriori o interiori. In questo senso il canto e la pittura sono arti composite: al primo si aggiunge la poesia, la seconda contiene le arti del gesto, poiché anche il pittore, anche lo scultore, crea — fissandole — le attitudini e la gestizione e la mimica del volto, sintetizzando, per la necessità della sua arte, il divenire lo sviluppo il flusso creatore dinamico proprio delle arti fluide dell'Azione, che la veggenza interna gli rappresenta cinematograficamente. Dal confronto dei tre gruppi di arti direttamente visive, risultano le interferenze reciproche, culminanti nella pittura. (Ciò che è visibile è commemorato nella scienza della pittura: Leonardo). Nella pittura si ha occasione di e-sercitare le facoltà mimiche e in sommo grado le facoltà di creazione non solamente concreta, ma in astratto come architettura, costume, inscenatura ecc. ; specialmente nelle allegorie e nelle fantasmagorie irreali. Oltre che quale creazione elementare ed inorganica naturalista, e composizione antinaturalista soggettiva traspositrice della interezza psichica, mediante la trasformazione della esteriorità fisica, — nella rappresentazione figurativa rientrano elaborazioni di forme artificiali costituenti l’ambien-tazione sociale. Ciò in seguito esamineremo dimostrando l’importanza enorme della formazione di una coscienza pamplastica; e vedremo come grande parte delle malintese ricerche dì astrazione in pittura, derivano dalla assoluta impreparazione teorica dei troppo primitivi e selvaggi novatori; quando sono in buona fede. Secondo noi il carattere concreto, logico e realizzabile della pittura, non deve degenerare in impotenti ricerche, viziate nell'origine teoricamente, se non moralmente. Ci è parsa perciò necessaria la presente sistemazione che attribuisce alle varie arti visive, campi ben differenziati, pur riconoscendone le interferenze : tale è la nobile tradizione. La ricerca di bellezza ne è chiaramente illuminata, scindendone gli aspetti e gli elementi, propri alle diverse forme d’arte. La bellezza della materia, la vitalità di organismi animali, vegetali, di fenomeni del cielo del mare e terrestri, e i riferimenti diretti alla emotività universale, — sono fatti estetici non generalizzabili oltre i limiti della multelateralità del concreto reale e irreale. La pittura sensuale imaginaria trascende per diversi gradi dal vero scegliendo non solo i valori estetici, ma principalmente gli elementi organizzati " fisicamente ", ad imitazione della realtà, alla quale in qualche modo deve conformarsi, ispirandovisi. La pittura ornamentale obbedisce a stilizzazioni, a fregi, ad esigenze di libera composizione spaziale e cromatica, che tuttavia non hanno l'assoluta astrattezza delle magnifiche manifestazioni della creazione in astratto coi mezzi bidimensionali della pittura, dalle quali noi decisamente la abbiamo divisa. La pittura espressionista (quale rappresentazione dello spirito, delle invisibili potenze dell'anima e dell’occulto sovrannaturale e cosmico) in tutte le sue tendenze e attuazioni, d’intenzione lirica e drammatica, se è basata sulla esteriorità reale esistente, nel trasformarla deve conserrarne anzi avvivarne il carattere, senza compromessi sterili con la beltà accademica, quando la bellezza sia estranea al soggetto plastico trattato, Fuori della figurazione, il bello plastico si identifica con la creazione compositiva di valori astratti, costituenti nuovi organismi estetici su di una superficie e nello spazio ; e la espressione, non più legata agli organismi ed alle loro mimiche, si rivela liberamente quale fattore della futilità sensoriale visiva, come un puro coefficiente estetico. La espressione come elemento di bellezza, predomina in concreto nel paesaggio, e ciò dimostra la unicità dei due aggruppamenti d'arti plastiche. La sconfinatezza della fusibilità delle arti che creano astrattamente, e la complessità della rappresentazione in concreto, assicurano il perenne trionfo alle differenti manifestazioni, vive per scopi diversi. (1) Vedi la mia « Patoestetica » e « Malattie dell'Arte Moderna » ALBERTO BRAGAGLIA.