Contro il lusso femminile MANIFESTO FUTURISTA 1. ― La mania sempre crescente del lusso femminile va manifestando, con la collaborazione dell'imbecillità maschile, i sintomi di una vera malattia, che si può chiamare toalettite. 2. ― Questa mania morbosa costringe sempre più la donna ha una prostituzione mascherata ma inevitabile. Avviene, in tutti i ceti, l'incosciente e vanitosa offerta del corpo femminile abbellito dalla toilette. Cambiare tre toilettes al giorno equivale a mettere il proprio corpo in vetrina per offrirsi ad un mercato di maschi compratori. L'offerta ribassa il valore di preziosità e di mistero. L'offerta allontana il maschio, che disprezza la donna facile e vuole scoprire lottare per godere. 3. ― L'offerta a tutti, anche se non seguita dalla vendita, esclude in monopolio. Per desiderare, il maschio deve poter sperare il monopolio. 4. ― Questa mania morbosa spinge i maschi alla delinquenza. 5. ― Questa mania morbosa uccide l'amore. 6. ― Questa mania morbosa distrugge l'attrazione epidermica il piacere carnale. La mania morbosa del lusso annienta il fascino del corpo della donna quanto l'uso della nudità nei bordelli. I gioielli e le stoffe dolci al tatto distruggono nel maschio l'assaporamento tattile della carne femminile. I profumi sono ugualmente contrari al vero desiderio, poiché raramente collaborano cogli odori della pelle, spesso si combinano con essi spiacevolmente, sempre distraggono e astraggono l'olfatto-immaginazione del maschio. Il maschio perde a poco a poco il senso potente della carne femminile e loro in piazza con una sensibilità indecisa e tutta artificiale, che risponde soltanto alle sete, ai velluti, ai gioielli, alle pellicce. Diventano sempre più rari i maschi capaci di prendere e gustare una bella donna senza preoccuparsi del contorno e del contatto di stoffe, scintillii e colori. La donna nuda non piace più. I maschi si trasformano in gioiellieri, profumieri, sarti, modiste, stiratrici, ricamatori e pederasti. La toilette favorisce singolarmente lo sviluppo della pederastia e si dovrà aggiungere presto a quel provvedimento igienico di un doge di Venezia, che obbligò le belle veneziane ad esporsi con le poppe ingnude alla finestra, fra due candele, per ricondurre i maschi sulla retta via. 7. ― Questa mania morbosa ingigantisce stupidamente nella donna la vanità, la distoglie dal maschio e la dirige verso il banchiere. L'ossessionante passione delle stoffe e dei gioielli spegne nella donna la sana irruenza del sangue e la gioia dell'abbandono carnale, e crea in lei una vera libidine di sete, velluti, gioielli. 8. ― Questa mania morbosa che conquista epidemicamente e scimmiescamente tutte le donne, invece di differenziarle le uguali tutte e monotonizza le loro forze di seduzione. Studiate attentamente in questi meriggi di sorprendente e luminosissima primavera anticipata, tutte le signore d'ogni paese che sfilano in via Vittorio Veneto, a Roma. Benché tutte elegantissime, sono tutte identiche. Tutte copie di due o tre modelli creati a Parigi. Cretinissima e tediosa sottomissione al gusto estero. Plagio idiota che l'istinto artistico del maschio finisce col disprezzare. 9. ― Soltanto una donna concorrente o un pederasta valuta i dettagli delle sottovesti femminili. Il maschio, anche raffinato e artista, giudica in blocco la assieme piacevole della donna che si sveste davanti a lui. Egli apprezza specialmente l'intelligenza fisica della donna. 10. ― Ogni donna bella, lasciando alle anziane e alle brutte il lusso come unica difesa, deve inventare una sua foggia di vestito e tagliarla da sé, facendo così del suo corpo, semplicemente adorno, un originalissimo poema vivente. Ogni donna deve camminare bene, sedersi, coricarsi con grazia. Molte signorine camminano a dorso curvo e a gambe larghe. Hanno bisogno tutte di ginnastica e di sport. Noi futuristi, barbari raffinatissimi, ma verilissimi, viviamo in tutti gli ambienti; siamo, se non sempre amati, mai trascurati. Abbiamo interrogati i maschi più fortunati. Sono del nostro parere. Siamo dunque competenti e ottimisti non delusi. Parliamo in nome della razza, che esige maschi accesi e donne fecondate. La fecondità, per una razza come la nostra, è, in caso di guerra, la sua difesa è indispensabile, e in tempo di pace la sua ricchezza di braccia lavoratrici e di teste geniali. In nome del grande avvenire virile fecondo e geniale dell'Italia, noi futuristi condanniamo la dilagante cretineria femminile e la devota imbecillità dei maschi che insieme collaborano a sviluppare il lusso femminile, la prostituzione, la pederastia e la sterilità della razza Milano, 11 Marzo 1920 F. T. Marinetti Direzione del Movimento Futurista