Utilizziamo l’Anfiteatro di Siracusa Manifesto dei futuristi siciliani Noi futuristi siamo assolutamente contrari a tutte le esumazioni di teatro antico. Esse rimettono sulla scena né più né meno che le ombre di tempi che non hanno neanche più la polvere o il fetore da comunicare. Ma constatando l’energia geniale con la quale gli organizzatori delle rappresentazioni greche hanno rinnovato la meravigliosa città di Siracusa predisponendola ad un alto compito di rinascita artistica, presentiamo una proposta che perfezioni la loro iniziativa in modo pratico e, soprattutto, patriottico. Domandiamo che, alternativamente con le tragedie di Eschilo, sia annualmente rappresentato un dramma moderno pittoresco, adatto all’aria aperta, che utilizzi gli infiniti fascini estetici che offrono i coloratissimi costumi della Sicilia. L’Opera dei pupi, così piena di ilarità e di passionalità, i diavoli di Pasqua, le processioni dell’Epifania e della Settimana Santa – magnifiche sfilate in cui le luci, la musica, i colori si fondono con sentimenti ora tragici ora comici; lo stesso dialetto siciliano, ricco, vario, pieno di sarcasmi e di bontà sorridente, improvviso turbinoso lucido infocato – offrono materia, miti e soggetti vivi che i Capuana, i Verga, i Martoglio, i Cesareo – nel passatismo loro - non hanno neanche sospettati. Sia bandito, perciò, tra tutti i giovani siciliani, un concorso annuale con premio cospicuo, per questo dramma moderno da incoronarsi gloriosamente, e rappresentarsi nell’anfiteatro greco di Siracusa dai migliori attori siciliani. L’Italia uscita da Vittorio Veneto deve consacrare gran parte delle sue energie e del suo denaro, non ad un ellenismo morto, professorale, ma al genio creatore dei giovani italiani vivi. Coloro che credevano di attirare i forestieri col nome di Eschilo, o di altri vecchioni, hanno avuto già una amara delusione: i forestieri hanno quasi mancato, questo anno a Siracusa. La folla era costituita da italiani, e specialmente siciliani. Costoro preferiscono la vita alla morte, il futuro al passato. Con l’anima, dunque, della nuova Sicilia e col genio dei suoi giovani, si ringiovanisca e si utilizzi l’anfiteatro greco e il suo scenario. Questo, malgrado gli sforzi dei passatisti, è ben poco ellenico, molto vivo, moderno, riassuntivo e dinamico, poiché contiene, non solo colline lussureggianti, carri variopinti, mare, vele, nuvole e stelle, ma anche luci elettriche di stazioni ferroviarie, fischi e pennacchi di locomotive. Siano rappresentati Eschilo, Sofocle, Euripide –se proprio non se ne può fare a meno – ma accanto ad essi sia glorificato un giovane siciliano d’oggi! Per Messina: Guglielmo Jannelli, Luciano Nicastro della rivista “La Balza” futurista, Francesco Carrozza. Per Catania: Mario Shrapnel, Giacomo Etna, S. Lo Presti della rivista “Haschich”. Per Palermo: Drago, Calderone, Perroni, Attardi della rivista “Simun” e del giornale “Ci siamo!” Per Girgenti e Caltanissetta: F. Sortino, B. Cimino. Per Trapani: A. Fiandaca. Per Siracusa: Aldo Raciti, Vann’Antò.