... notte - i miei amici ed io - sotto lampade di moschea dalle cupole di ottone traforato stellate come le nostre anime perchè come queste irradiate dal chiuso fulgòre di un cuore elettrico
avevamo lungamente calpestata su opulenti tappeti orientali la nostra atavica accidia discutendo davanti ai confini estremi della logica ed annerendo molta carta di frenetiche scritture
un immenso orgoglio gonfiava i nostri petti poichè ci sentivamo soli in quell ora ad esser desti e ritti come fari superbi o come sentinelle avanzate di fronte all' esercito delle stelle nemiche occhieggianti dai loro celesti accampamenti
soli coi fuochisti che s' agitano davanti ai forni infernali delle grandi navi soli coi neri fantasmi che frugano nelle pance arroventate delle locomotive lanciate a pazza corsa soli cogli ubbriachi annaspanti con un incerto batter d' ali lungo i muri della città
sussultammo ad un tratto all' udire il rumore formidabile degli enormi tramvai a due piani che passano sobbalzando risplendenti di luci multicolori come i villaggi in festa che il po straripato squassa e sràdica d' improvviso per trascinarli fino al mare sulle cascate e attraverso i gorghi di un diluvio
poi il silenzio divenne più cupo
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Marinetti, Filippo Tommaso (1909)
FONDAZIONE E MANIFESTO DEL FUTURISMO - vedi testo