Contesto

... con questo secondo manifesto ci stacchiamo risolutamente da ogni considerazione relativa e assurgiamo alle più alte espressioni dell' assoluto pittorico
la nostra brama di verità non può più essere appagata dalla forma né dal colore tradizionali
il gesto per noi non sarà più un momento fermato del dinamismo universale sarà decisamente la sensazione dinamica eternata come tale
tutto si muove tutto corre tutto volge rapido
una figura non è mai stabile davanti a noi ma appare e scompare incessantemente
per la persistenza dell' immagine nella retina le cose in movimento si moltiplicano si deformano susseguendosi come vibrazioni nello spazio che percorrono
così un cavallo in corsa non ha quattro gambe ne ha venti e i loro movimenti sono triangolari
tutto in arte è convenzione e le verità di ieri sono oggi per noi pure menzogne
affermiamo ancora una volta che il ritratto per essere un' opera d arte non può né deve assomigliare al suo modello e che il pittore ha in sé i paesaggi che vuol produrre
per dipingere una figura non bisogna farla bisogna farne l' atmosfera
lo spazio non esiste più una strada bagnata dalla pioggia e illuminata da globi elettrici ...

contenuto in:

Umberto Boccioni; Carlo Dalmazzo Carrà; Luigi Russolo; Gino Severini; Giacomo Balla (1910)

LA PITTURA FUTURISTA - vedi testo