Contesto

... precipitammo fuori coi pazzi gesticolanti e le pazze scarmigliate coi leoni le tigri e le pantere cavalcate a nudo da cavalieri che l' ebbrezza irrigidiva contorceva ed esilarava freneticamente
podagra non fu più che un immenso tino pieno di un rosso vino dai gorghi spumosi che colava veemente dalle porte i cui ponti levatoi erano imbuti trepidanti e sonori
attraversammo le rovine dell' europa ed entrammo nell' asia sparpagliando lontano le orde terrorizzate di podagra e di paralisi come i seminatori gettano la semente con un gran gesto circolare
3
a notte piena eravamo quasi in cielo su l' altipiano persiano sublime altare del mondo i cui gradini smisurati portano popolose città
allineati all' infinito lungo il binario ansavamo su crogiuoli di barite di alluminio e di manganese che a quando a quando spaventavano le nuvole con la loro esplosione abbagliante e ci sorvegliava in cerchio la maestosa ronda dei leoni che erette le code sparse al vento le criniere foravano il cielo nero e profondo coi loro ruggiti tondi e bianchi
ma a poco a poco il lucente e caldo sorriso della luna traboccò dalle nuvole squarciate
e quando ella apparve infine ...

contenuto in:

Marinetti, Filippo Tommaso (1911)

UCCIDIAMO IL CHIARO DI LUNA! - vedi testo