Contesto

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e noi insegneremo a tutti i soldati armati della terra come il sangue debba essere versato
ma prima converrà ripulire la grande caserma dove voi pullulate insetti che siete
ci vorrà poco
frattanto cimici potete ancora tornare per questa sera agl immondi giacigli tradizionali su cui noi non vogliamo più dormire
mentre volgevo loro le spalle io sentii dal dolore della mia schiena che troppo a lungo avevo trascinato nella rete immensa e nera della mia parola quel popolo moribondo coi suoi ridicoli guizzi di pesce ammucchiato sotto l' ultima ondata di luce che la sera spingeva alle scogliere della mia fronte
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la città di paralisi col suo gridio di pollaio coi suoi orgogli impotenti di colonne troncate con le sue cupole tronfie che partoriscono statuette meschine col capriccio dei suoi fumi di sigaretta sopra bastioni puerili offerti ai buffetti
scomparve alle nostre spalle danzando al ritmo dei nostri passi veloci
davanti a me ancora distante alcuni chilometri si delineò ad un tratto il manicomio alto sulla groppa di una collina elegante che sembrava trotterellare come un puledro
- fratelli - diss io - riposiamoci per l' ultima volta ...

contenuto in:

Marinetti, Filippo Tommaso (1911)

UCCIDIAMO IL CHIARO DI LUNA! - vedi testo