... che luccicavano di lontano dandogli l’ apparenza di un acquitrino alberato
non ricordo di aver mai visto là dentro contadini al lavoro ricordo solo di aver udito venire di laggiù voci assonnate di galline e di aver scorto tra l’ erba lunghe orecchie assorte candide o color tabacco di conigli che invadevano e brucavano i raccolti con la massima libertà
passando da quelle parti mi rompevo il braccio per tenere al guinzaglio il mio cane da caccia che avrebbe voluto balzar dentro quei trifoglieti ronzanti a sfar strage delle insipide brutte bestie e a venirmele a mollare sui piedi sventrate e sanguinanti
ogni tanto vi echeggiava la voce alterata e nasale del grassone piombato dalla città a impartire ordini e ad infliggere rimproveri crudeli ad esseri invisibili
si scorgeva il suo mantellone scuro gonfiarsi al vento nei prati e da vicino i cespugli d’ acqua schizzata che faceva sul suo passaggio bestemmiando
allorché affondava gli stivaloni insaccati di livida ciccia e di sego nelle pozzanghere nascoste dal tappeto dell’ erba primaverile
se avessi avuto il coraggio di affrontarlo risolutamente mentre era in visita al fondo forse avrei potuto comperare dal grassone una quantità di cose ...
Govoni, Corrado (1941)
LA POESIA DELLA AGRICOLTURA INTENSIVA – MANIFESTO/RACCONTO - vedi testo