... si affondavano nei fossi a sradicare a sbarbare tosare e scavare solo dopo aver sgomberato dalle prode lo spurgo ammucchiato l’ anno avanti che nel frattempo aveva maturato e che veniva sparso come ottimo concime sugli appezzamenti destinati a canepa
veramente quella periodica pulizia non permetteva troppo agli spini ai fusani e ai rovi di svilupparsi liberamente e di prosperare a volontà in un anno di quiete avevano appena il tempo sanate le ferite delle roncole e delle vanghe di buttare qua e là polloni anemici e stendere timidi arabeschi di ombre incerte e magre le code di cavallo queste sì approfittando della piazza pulita innalzavano dappertutto i loro pallidi pastorali a compartimenti stagni come translucide reliquie d’ acqua e i girini facevano interminabili
gare di corsa nel rigagnolo limpido del fondo su cui non tardava a vedersi la sagoma immobile quasi irreale del luccio pensoso
ora i ladruncoli di foraggio e di canepa non avevano più nei fossi un giorno impenetrabili macchie e labirinti aggressivi il comodo rifugio e il sicuro nascondiglio della refurtiva sorpresi e urlati dai guardiani per sottrarsi ad un accanito inseguimento e far perdere le proprie tracce si vedevano costretti abbandonato il fascio ...
Govoni, Corrado (1941)
LA POESIA DELLA AGRICOLTURA INTENSIVA – MANIFESTO/RACCONTO - vedi testo