... interminabile ululato di belva ferita a morte
e fu come se un’ orrenda massa di dolore avesse fatto improvvisamente irruzione dalla terra o si fosse abbattuta dal cielo di cui lei fosse l’ oggetto designato e la miserabile vittima come un albero aggredito e squassato dalla furia devastatrice della bufera o una casa nel paesaggio massacrato e incenerito dal fuoco urlante del sole di agosto
quel fosso allora l’ ho davanti agli occhi commossi come una reliquia trasparente
lo vedo riempito a metà d’ acqua chiarissima perfidamente atteggiata a un fresco sorriso limitato e sagomato come una lunga bara di cristallo con la bambina annegata distesa e composta sul piano inferiore come un roseo difetto nello spessore del vetro
ogni volta che mi metto ad odiare la poesia rimpiangendo le mie belle terre perdute si ripete lo spettacolo della visione e del ricordo di quel caso pietoso
e la poesia aborrita si vendica dell’ abbandono facendomi pesare orribilmente sulla mia vita di agricoltore sfortunato l’ orrore di quell involontario infanticidio
corrado govoni
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Govoni, Corrado (1941)
LA POESIA DELLA AGRICOLTURA INTENSIVA – MANIFESTO/RACCONTO - vedi testo