... voce e lo obbligavo a star fermo un momento
non riuscii mai a vederlo ad una distanza inferiore al centinaio di passi ed ebbi sempre l’ impressione di trovarmi in presenza non di una comune figura umana ma di una strana e informe massa biologica che così insaccata in due stivaloni a tromba da cacciatore di palude e ravvolta da un gran mantello scuro si movesse per forza
d’ inerzia e col favore del vento che aiutava anche quella specie di mugolio con cui rispondeva alle mie domande
per intenderci dovevamo urlare come se litigassimo
le parole sferzavano l’ aria gelida come ingiurie taglienti
il saluto finale pareva il gesto di una spaventosa minaccia
era solo durante le fugaci rade visite dell’ avvocato grassone che il versuro confinante con le mie terre pareva insolitamente animarsi perchè per tutto il resto del tempo con qualsiasi stagione il fondo strano e misterioso come il suo proprietàrio ripiombava da un capo all’ altro nel suo cupo e sinistro limbo di silenzio di squallore e d’ inoperosità
io non avevo mai messo piede in quel fondo curiosamente denominato la truzzara benché ne avessi sempre avuto il più vivo ...
Govoni, Corrado (1941)
LA POESIA DELLA AGRICOLTURA INTENSIVA – MANIFESTO/RACCONTO - vedi testo