Contesto

... un incubo
li udite i singhiozzi della terra
la terra agonizza nell’ orrore della luce
troppi soli si chinarono al suo livido capezzale
bisogna lasciarla dormire
ancora
sempre
datemi delle nuvole dei mucchi di nuvole per coprire i suoi occhi e la sua bocca che piange
a queste parole il sole ci porse dall’ estremità dell’ orizzonte il suo tremulo e rosso volante di fuoco
alzati paolo
gridai allora
afferra quella ruota
io ti proclamo guidatore del mondo
ma ahimè noi non potremo bastare al gran lavoro del binario futurista
il nostro cuore è ancora pieno di un ciarpame immondo code di pavoni pomposi galli di banderuole leziosi fazzoletti profumati
e non abbiamo ancora scacciate dal nostro cervello le lugubri formiche della saggezza
ci vogliono dei pazzi
andiamo a liberarli
ci avvicinammo alle mura imbevute di gioia solare costeggiando una sinistra vallata ove trenta gru metalliche sollevano stridendo dei vagoncini pieni d’ una biancheria fumigante inutile bucato di quei puri lavati già da ogni sozzura di logica
due alienisti comparvero categorici sulla soglia del palazzo
io non avevo fra le mani ...

contenuto in:

Marinetti, Filippo Tommaso (1909)

PROCLAMA FUTURISTA - vedi testo