Contesto

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e non abbiamo ancora scacciate dal nostro cervello le lugubri formiche della saggezza
ci vogliono dei pazzi
andiamo a liberarli
ci avvicinammo alle mura imbevute di gioia solare costeggiando una sinistra vallata ove trenta gru metalliche sollevano stridendo dei vagoncini pieni d’ una biancheria fumigante inutile bucato di quei puri lavati già da ogni sozzura di logica
due alienisti comparvero categorici sulla soglia del palazzo
io non avevo fra le mani che uno smagliante fanale d’ automobile e fu col suo manico di lucido ottone che inculcai loro la morte
dalle porte spalancate pazzi e pazze scamiciati seminudi eruppero a migliaia torrenzialmente così da ringiovanire e ricolorare il volto rugoso della terra
alcuni vollero subito brandire come bastoni d’ avorio i campanili lucenti altri si misero a giuocare al cerchio con delle cupole
le donne pettinavano le loro lontane capigliature di nuvole con le acute punte di una costellazione
o pazzi o fratelli nostri amatissimi seguitemi
noi costruiremo il binario sulle cime di tutte le montagne fino al mare
quanti siete
tremila
non basta
d’ altronde la noia e la monotonia troncheranno in breve il vostro ...

contenuto in:

Marinetti, Filippo Tommaso (1909)

PROCLAMA FUTURISTA - vedi testo