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dopo avere ubbriacati uccisi o calpestati i guardiani la gesticolante marea inondò l’ immenso corridoio melmoso del serraglio le cui gabbie piene di velli danzanti ondeggiavano nel vapore delle urine selvatiche e oscillavano più leggiere che gabbie di canarini fra le braccia dei pazzi
il regno dei leoni ringiovanì la capitale
la ribellione delle criniere e il voluminoso sforzo delle groppe inarcate a leva scolpivano le facciate
la loro forza di torrente scavando il selciato trasformò le vie in altrettanti tunnel dalle vôlte scoppiate
tutta la tisica vegetazione degli abitanti di podagra fu infornata nelle case le quali piene di rami urlanti tremavano sotto la impetuosa grandinata di sgomento che crivellava i tetti
con bruschi slanci e con lazzi da clowns i pazzi inforcavano i bei leoni indifferenti che non li sentivano e quei bizzarri cavalieri esultavano ai tranquilli colpi di coda che ad ogni istante li gettavano a terra
ad un tratto le belve si arrestarono i pazzi tacquero davanti alle mura che non si muovevano più
i vecchi son morti
i giovani sono fuggiti
meglio così
presto
siano divelti i parafulmini e le statue
saccheggiamo gli ...
Marinetti, Filippo Tommaso (1909)
PROCLAMA FUTURISTA - vedi testo