Contesto

... veemente dalle porte i cui ponti levatoi erano imbuti trepidanti e sonori
attraversammo le rovine dell’ europa ed entrammo nell’ asia sparpagliando lontano le orde terrorizzate di podagra e di paralisi come i seminatori gettano la semente con un gran gesto circolare
iii
a notte piena eravamo quasi in cielo su l’ altipiano persiano sublime altare del mondo i cui gradini smisurati portano popolose città
allineati all’ infinito lungo il binario ansavamo su crogiuoli d' antimonio e di manganese che a quando a quando spaventavano le nuvole con la loro esplosione abbagliante e ci sorvegliava in cerchio la maestosa ronda dei leoni che erette le code sparse al vento le criniere foravano il cielo nero e profondo coi loro ruggiti tondi e bianchi
ma a poco a poco il lucente e caldo sorriso della luna traboccò dalle nuvole squarciate
e quando ella apparve infine tutta grondante dell’ inebbriante latte delle acacie i pazzi sentirono il loro cuore staccarsi dal petto e salire verso la superficie della liquida notte
ad un tratto un grido altissimo lacerò l’ aria un rumore si propagò tutti accorsero
era un pazzo giovanissimo dagli occhi di vergine rimasto fulminato ...

contenuto in:

Marinetti, Filippo Tommaso (1909)

PROCLAMA FUTURISTA - vedi testo