Contesto

... intanto sto seduto come un tessitore davanti al telaio e vo tessendo l’ azzurro serico del cielo
oh
quante fresche vallate quanti monti burberi sotto di noi
quanti greggi di pecore rosee sparsi sui declivi delle verdi colline che si offrono al tramonto
tu le amavi anima mia
no
no
basta
tu non godrai più mai più di simili insipidezze
le canne colle quali un tempo facevamo delle zampogne formano l’ armatura di questo aeroplano
nostalgia
ebbrezza trionfale
presto avremo raggiunti gli abitanti di podagra e di paralisi poiché voliamo rapidi ad onta delle raffiche avverse
che dice l’ anemometro
il vento che ci è contrario ha una velocità di cento chilometri all’ ora
che importa
io salgo a duemila metri per sorpassare l’ altipiano
ecco
ecco le orde
là là davanti a noi e già sotto ai nostri piedi
guardate laggiù a picco fra quegli ammassi di verdura la tumultuante follia di quel torrente umano che s’ accanisce a fuggire
questo fracasso
è lo schianto degli alberi
ah
ah
le orde nemiche sono ormai cacciate ...

contenuto in:

Marinetti, Filippo Tommaso (1909)

PROCLAMA FUTURISTA - vedi testo