... la forza del pane che si trasforma in sangue per sprizzar dritto fino allo zenit
il sangue sappiatelo non ha valore nè splendore se non liberato col ferro o col fuoco dalla prigione delle arterie
e noi insegneremo a tutti i soldati armati della terra come il sangue debba essere versato
ma prima converrà ripulire la grande caserma dove voi pullulate insetti che siete
ci vorrà poco
frattanto cimici potete ancora tornare per questa sera agl immondi giacigli tradizionali su cui noi non vogliamo più dormire
mentre volgevo loro le spalle io sentii dal dolore della mia schiena che troppo a lungo avevo trascinato nella rete immensa e nera della mia parola quel popolo moribondo coi suoi ridicoli guizzi di pesce ammucchiato sotto l’ ultima ondata di luce che la sera spingeva alle scogliere della mia fronte
ii
la città di paralisi col suo gridìo di pollaio coi suoi orgogli impotenti di colonne troncate con le sue cupole tronfie che partoriscono statuette meschine col capriccio dei suoi fumi di sigaretta sopra bastioni puerili offerti ai buffetti
scomparve alle nostre spalle danzando al ritmo dei nostri passi veloci
davanti a me ancora ...
Marinetti, Filippo Tommaso (1909)
PROCLAMA FUTURISTA - vedi testo