... noi futuristi cantiamo la loro morte telegraficamente e questo ci evita di sentire a lungo il loro fetore
essi sospirano flebilmente sugli orrori della guerra o commemorano pomposamente gli eroi morti guardano la guerra tremando come i buoi e le pecore sonnecchianti di notte nei chiusi guardano il lontanissimo respiro elettrico delle città
la guerra è per loro un contrasto elegante un nuovo motivo poetico un pretesto per rievocare greci e romani in mostruosi cortei di terzine fra le rovine del loro cervello
questi portavoce del pacifismo combattendo la germania e l' austria sperano di uccidere la guerra come un avanzo di barbarie
la guerra non può morire poichè è una legge della vita
vita aggressione
pace universale decrepitezza e agonia delle razze
guerra collaudo sanguinoso e necessario della forza di un popolo
ciò che bisogna uccidere e che deve morire è il passatismo teutonico fatto di pecoraggine intelligente di balordaggine pedantesca e professorale d' ossessione culturale e plagiaria di orgoglio contadinesco di spionaggio sistematico e d' imbecillità poliziesca
noi paroliberi pittori musicisti rumoristi e architetti futuristi abbiamo sempre considerata la guerra come unica ispirazione dell' arte unica morale purificatrice unico lievito ...
Marinetti, Filippo Tommaso (1914)
IN QUEST’ANNO FUTURISTA - vedi testo