... ma i rari fortunati che attraverso a tutte le rinunzie sono riusciti ad ottenere la protezione dei grandi editori ai quali vengono legati da contratti-capestro illusorî ed umilianti rappresentano la classe dei servi degli imbelli dei volontariamente venduti
i grandi editori-mercanti imperano assegnano limiti commerciali alle forme melodrammatiche proclamando quali modelli da non doversi superare ed insuperabili le opere basse rachitiche e volgari di giacomo puccini e di umberto giordano
gli editori pagano poeti perchè sciupino tempo ed intelligenza a fabbricare e ad ammannire - secondo le ricette di quel grottesco pasticciere che si chiama luigi illica - quella fetida torta a cui si dà il nome di libretto d' opera
gli editori scartano qualsiasi opera che per combinazione sorpassi la mediocrità col monopolio diffondono e sfruttano la loro merce e ne difendono il campo d' azione da ogni temuto tentativo di ribellione
gli editori assumono la tutela ed il privilegio dei gusti del pubblico e colla complicità della critica rievocano quali esempio o monito fra le lagrime e la commozione generale il preteso nostro monopolio della melodia e del bel canto e il non mai abbastanza esaltato melodramma italiano pesante e soffocante gozzo della nazione
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Balilla Pratella, Francesco (1910)
MANIFESTO DEI MUSICISTI FUTURISTI - vedi testo