Contesto

... evocazione di tempi defunti senza bruma di storia e di leggende
noi li odiamo i maestri simbolisti noi che abbiamo osato uscir nudi dal fiume del tempo e creiamo nostro malgrado coi nostri corpi scorticati sulle pietre dell’ ascesa dirupata nuove sorgenti di eroismo che cantano nuovi torrenti che drappeggiano di scarlatto la montagna
noi siamo rossi e amiamo il rosso occhi e guancie arrossati dai riverberi dei forni delle locomotive e amiamo e cantiamo il trionfo sempre crescente della macchina che essi maledivano stupidamente
i nostri padri simbolisti avevano una passione che noi giudichiamo ridicola la passione delle cose eterne il desiderio del capolavoro immortale e imperituro
noi consideriamo invece che nulla sia basso e meschino quanto il pensare all’ immortalità nel creare un’ opera d’ arte più meschino e più basso della concezione calcolata e usuraia del paradiso cristiano che dovrebbe ricompensare al milione per cento le nostre virtù terrestri
bisogna semplicemente creare perché creare è inutile senza ricompensa ignorato disprezzato eroico in una parola
alla poesia del ricordo nostalgico noi opponiamo la poesia dell’ attesa febbrile
alle lacrime della bellezza che si china teneramente sulle tombe noi opponiamo il profilo tagliente ...

contenuto in:

Filippo Tommaso Marinetti (1917)

NOI RINNEGHIAMO I NOSTRI MAESTRI SIMBOLISTI ULTIMI AMANTI DELLA LUNA - vedi testo