... e amiamo il rosso occhi e guancie arrossati dai riverberi dei forni delle locomotive e amiamo e cantiamo il trionfo sempre crescente della macchina che essi maledivano stupidamente
i nostri padri simbolisti avevano una passione che noi giudichiamo ridicola la passione delle cose eterne il desiderio del capolavoro immortale e imperituro
noi consideriamo invece che nulla sia basso e meschino quanto il pensare all’ immortalità nel creare un’ opera d’ arte più meschino e più basso della concezione calcolata e usuraia del paradiso cristiano che dovrebbe ricompensare al milione per cento le nostre virtù terrestri
bisogna semplicemente creare perché creare è inutile senza ricompensa ignorato disprezzato eroico in una parola
alla poesia del ricordo nostalgico noi opponiamo la poesia dell’ attesa febbrile
alle lacrime della bellezza che si china teneramente sulle tombe noi opponiamo il profilo tagliente affilato del pilota dello chauffeur e dell’ aviatore
alla concezione dell’ imperituro e dell’ immortale noi opponiamo in arte quella del divenire del perituro del transitorio e dell’ effimero
noi trasformeremo così in una gioia acuta il nevermore di edgard poe ed insegneremo ad amare la bellezza di una emozione o di una sensazione in quanto essa ...
Filippo Tommaso Marinetti (1917)
NOI RINNEGHIAMO I NOSTRI MAESTRI SIMBOLISTI ULTIMI AMANTI DELLA LUNA - vedi testo