comune
gli svelano in virtù dell' arte il vincolo comune e indissolubile che lo avvince a tutto il | ||
Balilla Pretella (1910) | ||
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sulla scena non debbono più imitare fonicamente il comune parlare ma debbono cantare come quando noi inconsci | ||
Balilla Pretella (1910) | ||
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i lavori drammatici che partono da un luogo comune o attingono da altre opere d arte la concezione | ||
Marinetti, Filippo Tommaso (1911) | ||
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sparpagliamento e fusione dei dettagli liberati dalla logica comune e indipendenti gli uni dagli altri per | ||
Boccioni, Umberto; Carrà, Carlo; Russolo, Luigi; Balla, Giacomo; Severini, Gino (1912) | ||
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le due specie di ritmo un nuovo comune errore viene distrutto da questa legge cioè quello | ||
Balilla Pratella, Francesco (1912) | ||
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e proporzionalmente la loro individualità e cooperare di comune accordo all' esaltazione dell' effetto sintetico beethoven | ||
Balilla Pratella, Francesco (1912) | ||
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debba ricercare nel canto primitiva maniera d' espressione comune all' uomo ed all' animale perciò essa | ||
Balilla Pratella, Francesco (1912) | ||
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loro psiche una decisiva influenza un uomo comune può trasportarsi con una giornata di treno da | ||
Marinetti, Filippo Tommaso (1913) | ||
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perchè in coturno e non con un comune paio di scarpe perchè un' immagine seria | ||
Palazzeschi, Aldo (1913) | ||
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verità scoperte da altri non ha niente di comune con lo scopritore geniale che trova nella realtà | ||
Bruno Corra (Ginanni-Corradini); Arnaldo Ginanni-Corradini (Ginna); Remo Chiti; Emilio Settimelli; Mario Carli; Vieri Nannetti; Oscar Mara (Attilio Franchi) (1916) | ||
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a quelle arti che si servono in comune o di tutti elementi di espres-sione visibili o | ||
Balilla Pratella, Francesco (1916) | ||
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aumentazione in un dato elemento tonale e fondamentale comune alle due arti l’ architettura con le | ||
Balilla Pratella, Francesco (1916) | ||
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rappresentativo o descrittivo e ciò contro la comune distinzione delle arti in realistiche o rappresentative pittura | ||
Balilla Pratella, Francesco (1916) | ||
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canto e figurazione hanno quindi un rapporto comune con la musica e la creazione e non | ||
Bragaglia, Anton Giulio (1919) | ||
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in paradiso così il matrimonio è il comune purgatorio di tutti i temperamenti rigogliosi e potenti | ||
Filippo Tommaso Marinetti (1919) | ||
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nome di questa nostra originalità futurista rifiutiamo la concezione comune che fa delle parole democrazia libertà giustizia femminismo | ||
Filippo Tommaso Marinetti (1920) | ||
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atto della vita anche umilissimo la vita comune è troppo pesante austera monotona materialista male aerata | ||
Filippo Tommaso Marinetti (1920) | ||
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un artista ha questa o quella linea in comune ad esempio coi surrealisti francesi come se ciò | ||
Fillia (Luigi Colombo) (1931) | ||
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la plastica d’ avanguardia ha degli schemi in comune si cerca di diminuirne l' importanza sono | ||
Fillia (Luigi Colombo) (1931) | ||
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forma di sentimentalismo romantico che nulla ha in comune con l’ arte che è rivelatrice di bellezze superiori | ||
Fillia (Luigi Colombo) (1931) | ||
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e qui stimo utile chiarire un equivoco troppo comune si crede cioè che la nostra volontà tenda | ||
Fillia (Luigi Colombo) (1931) | ||
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di comunicazione la realtà è il linguaggio comune per intenderci ed è la vita che ci | ||
Fortunato Depero (1932) | ||
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la girante sferica prospettiva che nulla ha dì comune colla linea d' orizzonte della vecchia poesia terrestre | ||
Filippo Tommaso Marinetti (1932) | ||
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si nota senza difficoltà che pur avendo in comune dei principi costruttivi i diversi architetti subiscono o | ||
Colombo, Luigi (Fillia) (1932) | ||
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per dimostrare loro che nulla esiste più di comune fra la servilità dei ciceroni di cento anni | ||
Filippo Tommaso Marinetti; Enrico Prampolini; Francesco Monarchi; Mino Somenzi (1933) | ||
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scagliandosi contro il cappello uniforme monotono d’ uso comune il pittore-scultore renato di bosso ed il | ||
Di Bosso, Renato; Scurto, Ignazio (1933) | ||
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italiani maschi a boicottare le cravatte d’ uso comune e ad usare la cravatta futurista lanciata da | ||
Di Bosso, Renato; Scurto, Ignazio (1933) | ||
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regola la misura la norma e l’ ordine comune per i mediocri e per gli impotenti cioè | ||
Govoni, Corrado (1933) | ||
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dettati dalla pianta estetica che nulla à in comune con i vecchi ordini e con gli antichi | ||
Fillia (Luigi Colombo-Fillia) (1933) | ||
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realtà assolutamente nuova e che nulla ha di comune con la realtà tradizionalmente costituita dalle prospettive terrestri | ||
Balla, Giacomo; Marinetti, Benedetta; Depero, Fortunato; Dottori, Gerardo; Colombo, Luigi (Fillia); Marinetti, Filippo Tommaso; Prampolini, Enrico; Somenzi, Mino; Sansoni, Guglielmo (Tato) (1933) | ||
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con l' ossessione del denaro-lusso danno assurdamente al comune denominatore del pubblico il lugubre senso d' una | ||
Filippo Tommaso Marinetti (1934) | ||
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oro gemme felicità e nudità paradisiache quel comune denominatore d' ogni pubblico umiliato così e sputato | ||
Filippo Tommaso Marinetti (1934) | ||
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impressione di trovarmi in presenza non di una comune figura umana ma di una strana e informe | ||
Govoni, Corrado (1941) | ||
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